Puglia, fumata nera per la nuova legge elettorale: maggioranza divisa

Non c'è intesa all’interno della maggioranza di centrosinistra in Regione Puglia sulla nuova legge elettorale regionale. Oggi si è svolta una riunione

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Non c’è intesa all’interno della maggioranza di centrosinistra in Regione Puglia sulla nuova legge elettorale regionale. Oggi si è svolta una riunione di maggioranza con tutti i consiglieri regionali per discutere come procedere. Due le questioni in agenda: la doppia preferenza di genere, per garantire equa rappresentanza in consiglio regionale tra donne e uomini; e la «sospensione» dalla carica di consigliere regionale per chi viene nominato assessore in giunta, con subentro del primo non eletto. Due nodi che stanno dividendo il centrosinistra.

Oggi la riunione è stata «tesa» e «complessa», come riferisce all’ANSA un esponente della maggioranza. In particolare, sulla sospensione dei consiglieri nominati assessori – proposta che porta la firma dell’assessore Alfonso Pisicchio ma è sostenuta anche dal suo collega Francesco Stea e dal consigliere Ernesto Abaterusso – non c’è convergenza. C’è chi ritiene che si debba prima procedere con l’introduzione della doppia preferenza, chi invece spinge solo per la sospensione dei consiglieri.

Il governatore Michele Emiliano, nei giorni scorsi, è stato chiaro sull’argomento: «La proposta di sospendere dalla carica di consigliere chi viene nominato assessore non è prevista nel nostro programma di governo», ha chiarito. Posizione condivisa oggi dal consigliere del Pd, Michele Mazzarano: «Non si può mettere mano al sistema delle regole istituzionali che sorreggono l’attività del Consiglio regionale pugliese, se non si introduce la doppia preferenza di genere. Questo è il momento della responsabilità verso la comunità pugliese – ha aggiunto Mazzarano al termine del vertice – non della solerzia verso le ambizioni dei singoli e le quadrature per comporre le liste. Alla Puglia manca una norma di civiltà che consenta alle donne di partecipare con maggiori chance alla sfida della rappresentanza in Consiglio regionale. Come del resto accade in altre regioni e nei comuni». Alcune associazioni e la commissione Pari opportunità della Regione Puglia hanno minacciato di ricorrere al Tar se non dovesse essere inserita nella legge elettorale regionale la doppia preferenza di genere.

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