C’è anche la prova regina nel processo al boss di Manfredonia, Matteo Lombardi, ritenuto dagli inquirenti a capo del clan omonimo, recentemente rimast
C’è anche la prova regina nel processo al boss di Manfredonia, Matteo Lombardi, ritenuto dagli inquirenti a capo del clan omonimo, recentemente rimasto orfano del suo storico “compare”, Pasquale Ricucci, ucciso l’11 novembre scorso a Macchia Libera, frazione di Monte Sant’Angelo. Proprio nella città dell’Arcangelo, Lombardi detto “A’ Carpnese” avrebbe ucciso Giuseppe Silvestri, quest’ultimo noto con il soprannome “l’Apicanese”.
Un fatto di sangue risalente al 21 marzo 2017 e rientrante nella faida garganica tra il clan dei montanari Li Bergolis-Miucci di cui Silvestri faceva parte e il gruppo di Lombardi. in Corte d’Assise a Foggia, sono comparsi due carabinieri del Ris di Roma. Dopo l’ok del giudice Antonio Civita all’acquisizione degli elettroferogrammi (le analisi utili a mostrare il lavoro di recupero delle tracce sui reperti balistici che durante la scorsa udienza rischiavano di non essere ammesse), i militari hanno confermato la presenza del Dna di Lombardi sulle cartucce del fucile calibro 12 ritrovate sul luogo del delitto, strada panoramica di Monte Sant’Angelo.
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