QUANDO I TELAI PASSAVANO DALLE FESSURE DEL VECCHIO MURO DEL MOLO

I pescatori tornavano dalla pesca nei pomeriggi impregnati di nafta, accaldati da un sole incerto. La maggior parte dei pescherecci attraccavano momen

Mons. Michele Castoro è vivo e vegeto.
Martedi 8 Agosto Il Libro Premio Citta di Manfredonia
Bara vuota vicino ai cassonetti dei rifiuti

pescatori tornavano dalla pesca nei pomeriggi impregnati di nafta, accaldati da un sole incerto. La maggior parte dei pescherecci attraccavano momentaneamente al Molo di Levante. I marinai scendevano dalle imbarcazioni con il pescato nei telai, che facevano passare dal vecchio muro, diviso tra il mare e la strada.

Un muro che esiste ancora oggi. Qualche giorno fa, insieme ad un amico, ho riscoperto quelle fessure, tornando indietro fino a quei giorni. Il passaggio dei telati avveniva dall’operatore di bordo, poi un secondo faceva passare dalla vecchia fessura i telai mentre il terzo – sul marciapiede – li afferrava, posizionandoli uno sull’altro ed in fila per portarli all’asta del mercato. Qui gli “astatori” erano impegnati nella vendita, con urla fuori dal comune: ‘a cinqucinte a quattcinte, forze uagnune u prezze jie bune‘.

Con gli anni “u’ carruzze”, vale a dire il ‘tre ruote’, che i proprietari dei pescherecci avevano in dotazione, sostituì il ‘passaggio dei telai’. ‘U carruzze’ si accostava a “u motore”, come veniva chiamato anche la barca con maggiori cavalli.

Il tempo ha poi eliminato le vecchie usanze, come quelle delle fessure che servivano a far passare i ”comude telere di marinere”.

di Claudio Castriotta

COMMENTI

WORDPRESS: 0