Manfredonia. Sisecam e Zes nella prospettiva portuale

SONO ATTRACCATE al molo alti fondali, noto anche come “porto industriale”, le prime due navi che hanno sbarcato sabbia silicea e soda destinate al

Deiezioni solide” cani. Ordinanza sindaco: rimuovere immediatamente. Sanzioni
Dalla pasta senza fuoco al microonde, i consigli risparmia-gas
Puglia, «La legge che cancella le multe mette a rischio l’ok al bilancio»

SONO ATTRACCATE al molo alti fondali, noto anche come “porto industriale”, le prime due navi che hanno sbarcato sabbia silicea e soda destinate allo stabilimento vetraio della “Sisecam Flat Glass Srl”, ex Sangalli dalla quale è stato acquistato nel novembre 2018 dalla multinazionale turca.

LE DUE navi sono la “Victoria” con un carico di 7.700 tonnellate di sabbia silicea e la “Bluie H” con un carico di 5.000 tonnellate di soda, tra le materie prime per la produzione del vetro. Una conferma dell’avanzato stato dei lavori per la riattivazione dell’attività produttiva dello stabilimento ubicato nell’area industriale di Macchia. Cuore dell’intero processo produttivo è il forno fusorio. La Sisecam che come da accordi all’atto dell’acquisizione del nuovo stabilimento (in precedenza avevano già acquistato quello di Porto Nogaro) ha riassorbito tutte le unità lavorative rimaste senza lavoro a seguito della dismissione della produzione da parte della Sangalli, ha da subito messo mano alla ricostruzione del nuovo forno fusorio, quello utilizzato da Sangalli era infatti giunto alla sua naturale usura eppertanto non più utilizzabile. Non ci sono notizie sui tempi di riavvio della produzione di vetro float, ma l’arrivo di quelle materie prime necessarie al processo di produzione del vetro, lascia intendere che si è agli sgoccioli.

UNA BUONA notizia per una fabbrica che guarda lontano, per la tranquillità delle maestranze, per il porto che può sperare in traffici continuativi, per i portuali che accrescono le giornate lavorative. Insomma, per l’economia del territorio in generale che riceve un supporto non di poco conto. Una conferma esplicativa di come una semplice attività possa innescare dei circoli virtuosi con riverberi su un largo indotto. Figuriamoci cosa sarebbe se ce ne fossero tante di aziende attive.

UNA PROSPETTIVA possibile ma che andrebbe ben programmata e opportunamente sostenuta facendo tesoro delle non lontane esperienze ad esempio del “Contratto d’area” il cui fallimento è dipeso, come è stato autorevolmente sostenuto, essenzialmente dalla poca attenzione posta in loco dai vari organismi di riferimento. Ora un’altra opportunità si para all’orizzonte, ed è quella delle ZES, vale a dire “Zone economiche speciali”, concepite nell’ambito del “Patto per il sud” finalizzato allo sviluppo del sistema produttivo meridionale. Un progetto ambizioso che prevede la possibilità di benefici economici, snellimento di procedure burocratiche, possibilità di sviluppi imprenditoriali, benefici occupazionali ed altro. Le ZES sono localizzate nelle aree ricomprese nelle perimetrazioni portuali e retroportuali peraltro ancora da definire.

PER INIZIATIVA di alcuni operatori-imprenditori e concessionari ricompresi nelle aree portuali e retroportuali del porto di Manfredonia, è stata indetta una riunione informale per un giro di valutazioni per capire meglio le finalità e le possibilità di accesso offerte dalla ZES. E’ stato costituito un “comitato spontaneo” col compito di coordinare le azioni da intraprendere.

 

A cura di
Michele Apollonio

COMMENTI

WORDPRESS: 0