IL RICORDO DEL TRABUCCO DI MANFREDONIA

Come era bello svegliarsi e vedere di mattina Manfredonia sulla linea della vita dal trabucco dell’infanzia; io ci salivo su per

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Come era bello svegliarsi e vedere di mattina Manfredonia sulla linea della vita dal trabucco dell’infanzia; io ci salivo su per guardare il mare o entrare nella grande  casetta di legno che serviva a coprirsi dal maltempo della pioggia. Da lì le vedute erano splendide, su quella storica struttura di legno sul molo.

Venivi immerso nel blu e respiravi a tu per tu con la grande anima del paese, che erano le onde della distesa immensa di mare. Ricordo che ero attorniato da mille gabbiani e io in mezzo a loro.

Al tempo esisteva il campo di lavoro con presenza degli operai della “Compagnia Portuale F. Muscatiello”; quantità di navi attraccate su quel porto, che al tempo rappresentava il nostro orgoglio. Eravamo troppo indietro nel tempo e i minuti portavano via le ore, con la stanchezza che circolava per la città. Non dimenticherò mai gli spazi ampi del Molo, sempre pieno di gente al di là degli operai marittimi: sentivi quel vento pulito di fine settembre sulla pelle e respiravi lo iodio di sale, tra quei tronchi affacciati sulle onde…alle spalle di un lunghissimo muro, che divideva il Porto di Ponente.

di Claudio Castriotta

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