Niente ingresso nel nuovo esecutivo per Michele Bordo, deputato manfredoniano del Pd. Il politico sipontino era tra i papabili per un ruolo da sottose
Niente ingresso nel nuovo esecutivo per Michele Bordo, deputato manfredoniano del Pd. Il politico sipontino era tra i papabili per un ruolo da sottosegretario alla Giustizia nel Conte bis. E invece niente da fare. Una cocente delusione che ben rappresenta il momento storico della politica a Manfredonia, città commissariata in attesa dello scioglimento per mafia, dato quasi per certo.
Il “fattore M” si sta sgretolando dopo i fasti di qualche anno fa. Bordo fu anche componente della Commissione d’inchiesta parlamentare sul fenomeno mafioso.
Ma oggi la città di Re Manfredi è in forte crisi. Il commissario Piscitelli sarebbe sempre più propenso a mandare il Comune in default in attesa della relazione antimafia del prefetto di Foggia, Raffaele Grassi.
Intanto Bordo si ritrova a condividere il sostegno al governo giallorosso a braccetto con il concittadino Antonio Tasso, candidato nel M5S ma poi finito nel gruppo misto per quella polemica sui cd taroccati venduti quando era proprietario di un negozio di videogame a Manfredonia. “Vendeva giochi masterizzati e modifiche per la Playstation”, parole al veleno che scatenarono un duro botta e risposta con tanto di minacce di querele.
Fu proprio la polemica innescata dal piddino ad alzare un polverone attorno a Tasso, costretto dai pentastellati a ripiegare sul “Movimento Associativo Italiani all’Estero” (Maie). Una querelle che non avrebbe certo favorito la scalata di Bordo al ruolo di sottosegretario.
FONTE. L’Immediato
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