Ghetti del Foggiano, Regione finanzia progetto di accoglienza e assistenza.

Si chiama “Cura-legalità-uscita dal ghetto” il protocollo sperimentale per la tutela della salute dei migranti braccianti agricoli stagionali

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Si chiama “Cura-legalità-uscita dal ghetto” il protocollo sperimentale per la tutela della salute dei migranti braccianti agricoli stagionali nella provincia di Foggia. La Regione Puglia, con un provvedimento recente, ha destinato 40mila euro per la ONG Medici con l’Africa CUAMM “Fondazione Opera San Francesco Saverio”. Le risorse serviranno alle attività di accoglienza temporanea e assistenza dei migranti. Nella Provincia di Foggia sono state individuate delle “zone franche” dove vivono in condizioni estremamente precarie braccianti, prostitute e caporali. In queste aree, si sono creati dei ghetti dove, in maniera spontanea, queste categorie di lavoratori si mescolano in comunità.

I ghetti sono collocati nelle campagne, lontani dai centri abitati e dai servizi. Si riempiono di migranti durante la stagione della raccolta (maggio-ottobre), fino a raggiungere le 10.000 unità, poi si svuotano progressivamente lasciando sul posto poco meno di 1.000 persone.

Tutti sono caratterizzati dalla mancanza o inadeguatezza di: servizi igienici, acqua corrente, elettricità, cibo sicuro, alloggi decenti. Gli insediamenti sono per lo più costituiti da baraccopoli con abitazioni precarie costruite con materiali di recupero (plastica, cartone e legno). Il servizio di raccolta dei rifiuti è sostanzialmente assente, l’assistenza sanitaria risulta inadeguata.

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