Continua la saga dell’assurdo sulla Xylella nell’area infetta del Salento». A denunciare il nuovo colpo che arriva dalla burocrazia è Coldiretti Pugli
Continua la saga dell’assurdo sulla Xylella nell’area infetta del Salento». A denunciare il nuovo colpo che arriva dalla burocrazia è Coldiretti Puglia, riferendo che mentre al Decreto Emergenze «manca solo la firma del Presidente Mattarella e finalmente cadranno tutti i vincoli che impedivano agli agricoltori di espiantare e realizzare nuovi impianti di ulivi resistenti, tornando a lavorare e produrre, arriva l’ennesima tegola». Il nodo, dopo mesi di attesa, è «la richiesta di documentazione integrativa e ulteriori costi che dilaterà i tempi e farà perdere agli agricoltori la possibilità di reimpiantare». In pratica gli agricoltori che vogliono estirpare un albero secco devono provvedere a proprie spese a fare le analisi che certifichino la presenza della malattia, «per poi cadere nel limbo della burocrazia per anni», denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
La Sovrintendenza di Lecce, infatti, «sta inviando ai Comuni la comunicazione con cui archivia tutte le domande di espianto presentate con procedura semplificata – tuona Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce – con la richiesta che vengano ripresentate con procedura ordinaria. Gli agricoltori, dopo aver aspettato mesi invano, si ritrovano a dover rifare tutto daccapo, perché la domanda di espianto degli ulivi è equiparata in buona sostanza ad una pratica edilizia». Nel Decreto Emergenze sono state inserite misure di semplificazione per l’espianto volontario di ulivi malati, aggiunge Coldiretti Puglia, ma bisognerà attendere che vengano recepite. Nel frattempo, invece, «pesanti ripercussioni indirette anche per tutti gli agricoltori beneficiari del sostegno della sottomisura 5.2 del PSR Puglia – aggiunge il presidente Cantele – che non possono ricevere il finanziamento per colpa di una burocrazia che attanaglia le imprese agricole e le uccide più della Xylella. Tra l’altro, è fermo da 1 anno il pagamento degli indennizzi per gli espianti obbligatori già effettuati per ordinanza ed è al palo il bando della sottomisura 5.2 del PSR, perché dopo oltre 4 mesi di istruttoria, gli agricoltori non hanno ricevuto la necessaria autorizzazione all’espianto degli alberi infetti, nonostante sia passata in Consiglio regionale il 21 dicembre scorso la norma di semplificazione che permette di derogare ai vincoli regionali ambientali, forestali e idrogeologici. Ciò avrebbe consentito di sbloccare subito almeno 200 pratiche di olivicoltori che devono reimpiantare».
Novità, intanto, arrivano da Roma. L’Ufficio Sicurezza e regolamentazione dei Prodotti Fitosanitari del Ministero della Salute ha autorizzato l’estensione d’impiego su olivo di un fitofarmaco oggi ammesso solo per le coltivazioni convenzionali. A partire dal 21 maggio e per un periodo di 120 giorni, pertanto, le imprese olivicole biologiche situate nelle zone delimitate per il contrasto alla Xylella potranno utilizzare il prodotto fitosanitario «PREV-AM PLUS». La notizia arriva dal parlamentare pugliese Giuseppe L’Abbate. «Negli scorsi mesi, avevo sollevato la questione alla sottosegretaria Alessandra Pesce che he provveduto a sollecitare gli uffici ministeriale che sono così riusciti – spiega – ad andare incontro alle esigenze e alle richieste del mondo dell’olio bio pugliese. Sia per quanto concerne la loro denominazione “biologica” sia per la certificazione del loro olio come “bio”, le imprese possono stare tranquille ed adoperarsi per cercare di fare la loro parte per contrastare la sinora inesorabile avanzata della Xylella fastidiosa. Ci auguriamo che tutte le Istituzioni, a qualsiasi livello – conclude L’Abbate – facciano la loro parte. Il Governo Conte ha già messo in campo fondi e azioni che non si erano mai viste prima per il contrasto alla Xylella. Che ora si passi all’azione che spetta alla Regione Puglia».
COLDIRETTI: LIMITI AREA TORNANO AL 2018 – Nel Barese i comuni di Polignano e Conversano sono nuovamente fuori dalla zona cuscinetto e Monopoli torna ad essere parzialmente indenne. E’ quanto emerge dalla Determinazione del Servizio fitosanitario regionale n.59 del 21 maggio 2019 – rileva Coldiretti Puglia – che riporta la delimitazione delle aree infetta, contenimento e cuscinetto al 2018, prima che risultasse colpito l’ulivo di Monopoli poi giudicato sano di recente.
«E’ una notizia che certamente fa tirare un sospiro di sollievo – commenta il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – ed è l’unico risvolto positivo dello ‘strano casò dell’ulivo di Monopoli, dichiarato infetto per 5 mesi» e «dopo 5 mesi, per non meglio precisate ‘anomalie nella catalogazionè, si ribalta il verdetto con nuovi campionamenti e relative analisi e risulta per fortuna sano, non infetto da Xylella».
Un caso che «fa emergere in maniera prepotente per l’ennesima volta – sottolinea Muraglia – la necessità che sia convocato immediatamente e a ritmo costante il tavolo istituzionale istituito dopo la nostra manifestazione del 9 marzo a Lecce, che prevede la partecipazione anche dell’Osservatorio fitosanitario e degli enti di ricerca, per affrontare in maniera compatta tutte le problematiche che oggi ricadono esclusivamente sulla pelle delle imprese delle aree infette, contenimento e cuscinetto. L’assessorato regionale all’Agricoltura non può fare finta di nulla».
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