IL PORTO DISOCCUPATO

SE I TRAFFICI mercantili nel porto di Manfredonia languono, <ancora scarsissimi> li ha definiti un addetto ai lavori, quelli riferiti ai passegg

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SE I TRAFFICI mercantili nel porto di Manfredonia languono, <ancora scarsissimi> li ha definiti un addetto ai lavori, quelli riferiti ai passeggeri sono a zero. Le previsioni programmatiche dell’Autorità portuale non portano a ritenere, almeno al momento, che il porto di Manfredonia possa accogliere navi passeggeri. Anche se qualche operatore locale non esclude che qualche nave da crociera possa fare scalo a Manfredonia. L’anno scorso ci sono stati solo due attracchi di navi passeggeri ancorché di piccole dimensioni. Due soste sperimentali per le compagnie armatrici che non hanno dato indicazioni positive. Sia a mare cha a terra.
DIFFICOLTà di ormeggio con nessuna struttura di accoglienza sul porto. Al molo di ponente non c’è alcuna traccia di quel terminal croceristico tanto reclamizzato dalla passa gestione della locale Autority portuale. Quel molo è rimasto come realizzato al tempo di Mussolini. Anzi con strutture essenziali divelte come i binari sui quali correvano le gru anch’esse naturalmente sparite. C’è però qualche lampada in più, la segnaletica stradale orizzontale in gran parte sbiadita e delle transenne ad avvertire il cedimento di tratti di molo.
NON MENO confortante la situazione a terra. Non che non ci siano cose da vedere: anzi ce ne sono più che in abbondanza, solo che non c’è una organizzazione che le evidenzi e ne coordini le visite. Quando gli orari dei musei sono…fuori orario turistico o sono addirittura chiusi come il Museo nazionale archeologico chiuso sono quattro anni. Quei pochi croceristi sbarcati a Manfredonia non l’hanno trovata sufficientemente attrattiva e poco confortevole.
LA SITUAZIONE appena accennata del mancato turismo croceristico, è l’esempio lampante di come il turismo sia la risultante di una combinazione di diverse e variegate strutture di base e di servizi, con una adeguata organizzazione degli stessi assicurata da personale preparato e di opportuna presentazione ambientale della città. Una città con velleità turistiche lasciate al caso, con sostanziali lacune e carenze su tutti i fronti. E così non va.
MANFREDONIA fuori da tutti i contesti del turismo, rimarrà a guardare anche sul fronte del turismo croceristico. Ed è da ritenere non solo per questa estate. Il problema di fondo sono gli investimenti. Gli operatori non solo portuali, non nascondono un certo malumore nel constatare che negli altri porti della stessa Autorità di sistema portuale dell’Adriatico meridionale, sono stati fatti anche ingenti investimenti che danno respiro alle attività portuali e dunque all’economia. E per Manfredonia? Il discorso vale per le attività croceristiche-turistiche ma anche per quelle mercantili.
ANCHE per queste è condizionante il concetto di fondo: gli investimenti. Tanto più indispensabili per il porto di Manfredonia. Non si tratta infatti di interventi manutentivi, bensì di vera e propria ristrutturazione del molo alti fondali o porto industriale per renderlo efficiente ed operativo. Ci sono, lamentano gli addetti ai lavori, zone interdette e transennate. Se non si mette la struttura in grado di competere, si evidenzia, è inutile parlare di traffici e sviluppo. In questa prospettiva il porto di Manfredonia è in discussione anche come terminal del retroporto dell’Incoronata e dunque della relativa “Zes”.
Michele Apollonio

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