Un (treno) tram chiamato desiderio

Il treno tram è un progetto nato fin da subito con un occhio rivolto al futuro per via delle tecnologie utilizzate. "Un treno che si trasforma in tram

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Il treno tram è un progetto nato fin da subito con un occhio rivolto al futuro per via delle tecnologie utilizzate. Un treno che si trasforma in tram. È l’idea più avanzata concepita per sviluppare e potenziare il servizio sulla tratta ferroviaria Manfredonia-Foggia”, spiegava entusiasticamente il giornalista Michele Apollonio sulle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno del 30 settembre 2008, annunciando un innovativo progetto partorito durante la legislatura del sindaco Paolo Campo e che si sarebbe trasformata negli anni in una vicenda lunga e intricata.

Un testimone lasciato da Campo e dal suo vice Franco La Torre, che fortemente aveva voluto il treno tram come assessore all’urbanistica dell’epoca, al sindaco subentrante Angelo Riccardi che in tutti i modi possibili si è adoperato negli ultimi 9 anni per portare avanti il progetto in altalenanti tira e molla tra Regione, RFI e Ministero dei Trasporti.

“Al treno-tram e progettualità subordinate abbiamo lavorato tantissimo per non perdere neanche un euro di finanziamento, facendo decine di incontri. Anche con la Regione. L’ultima convocazione a Roma è recentissima, fissata per il prossimo 14 maggio. E parteciperanno, tra gli altri, Comune di Manfredonia, RFI (soggetto attuatore) e Regione Puglia”, precisa l’ex primo cittadino di Manfredonia Angelo Riccardi che non ci sta a subire le accuse di inerzia mosse in questi giorni dall’assessore Gianni Giannini, ovvero proprio da quella Regione Puglia chiamata continuamente in causa per far sì che il progetto andasse avanti e non si perdesse nei meandri della burocrazia.

La tecnologia treno tram è utilizzata in Germania, Francia, Paesi Bassi e Giappone. Nel vicino Ticino il piano di progettazione e pianificazione del tram-treno procede, tra alti e bassi, da ormai 30 anni, mentre in Italia è attiva a Sassari una realizzazione in cui veicoli tranviari percorrono una sede ferroviaria dedicata. Modernità, velocità di collegamento e mobilità sostenibile sono le parole chiave del progetto che seppure di complicata gestazione riesce a catapultare nel terzo millennio le località in cui viene realizzato, migliorandone notevolmente la viabilità.

“È vero – ammette Riccardi – il progetto così come era nato risulta tecnologicamente non sostenibile poiché le linee guida per la realizzazione dei sistemi treno tram, dopo essere state annunciate e presentate nella loro impostazione generale dal MIT nel 2012, sarebbero dovute essere approvate in tempi rapidi dal Governo e poi si sono perse per strada e ad oggi nel nostro Paese non risultano omologate, ma la mia amministrazione ha lavorato alacremente affinché fossero elaborate ipotesi alternative, che ci permetteranno di non perdere neanche un euro raggiungendo comunque lo scopo in termini di mobilità. E quando dico ‘lavorato’ intendo che esistono già progetti, planimetrie e via libera ministeriale. La soluzione basata su un Bus Rapid Transit potrebbe consentire comunque il raggiungimento degli obiettivi prefissati, confermando lo scambio presso la stazione ferroviaria di Manfredonia Ovest”.

In parole povere, se è vero che in Italia non c’è ancora una tecnologia capace di supportare il treno tram, è vero anche che negli scorsi mesi è stata proposta al Ministero un’alternativa. Nello specifico si tratta della tecnologia BRT, Bus rapid Transit appunto. Quindi, l’ex sindaco confuta con decisione le insinuazioni di chi afferma si sia trattato di un bluff, poiché seguendo in prima persona il progetto, già da tempo, ovvero da quando il treno tram è diventato ufficialmente insostenibile sotto il profilo tecnologico, si era adoperato per una soluzione.

“Il Ministero ci ha detto che il Bus Rapid Transit è percorribile. Anche a livello di tempistica: trattandosi di fondi di Sviluppo e Coesione, sono a valere sull’asse che termina nel 2021, non a dicembre 2019 come per il Patto per la Puglia. A seguito di tutto questo lavoro, c’è un incontro convocato il 14 al Ministero”.

Nel Ticino, giusto per fare un esempio circa i tempi, il progetto treno tram affonda le sue radici nel 1984 e dalla documentazione attuale arriverà a compimento nel 2027. Eppure lì si va avanti, mentre a Manfredonia pare che ogni volontà di innovare sia una iattura.

“Ove tale soluzione fosse ritenuta condivisibile – scriveva Riccardi al Ministero dei Trasporti nell’ottobre 2018 puntando sull’alternativa del BRT -, la scrivente amministrazione si rende disponibile a condividere ogni utile approfondimento per proporre, tempestivamente, una rimodulazione del finanziamento Cipe al fine di non perdere le risorse economiche indispensabili per lo sviluppo sostenibile del territorio”.

Sarà questo l’oggetto della discussione il prossimo 14 maggio a Roma. Riccardi, per ovvie ragioni, non sarà presente, ma con il lavoro certosino fatto dallo stesso ex sindaco e dai tecnici comunali si auspica che nonostante ciò il progetto possa andare avanti e che la turbolenta storia del treno tram possa arrivare finalmente a compimento. Con buona pace di tutti e soprattutto della città che non merita un tale schiaffo da Regione e Governo né di trovarsi con opere già realizzate e che anziché proiettare Manfredonia nel futuro potrebbero diventare impietosi ruderi.

Maria Teresa Valente

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