Pasqua, centri commerciali chiusi in Puglia. «Guerra» su Pasquetta e 25

I sindacati si schierano contro ipermercati e centri commerciali aperti a Pasqua, Pasquetta e nel giorno della festa della Liberazione. La situazione

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I sindacati si schierano contro ipermercati e centri commerciali aperti a Pasqua, Pasquetta e nel giorno della festa della Liberazione. La situazione in Puglia è a macchia di leopardo, perché non si segnalano aperture per oggi mentre tra domani e 25 aprile è annunciata la regolare apertura di molti grandi centri tra cui, ad esempio, l’Auchan di Casamassima (aperto anche il 1° maggio) ,il Centro Commerciale del Gargano di Manfredonia e l’Ikea di Bari, mentre l’Auchan di Mesagne resterà aperto solo il 25 e Brinpark a Pasquetta e il 1° maggio. Gli Ipercoop di Bari, Brindisi e Taranto, invece rimarranno chiusi. Le grandi catene si muovono in ordine sparso. Mediaworld a Bari e Casamassima aprirà il 25 e il 1° maggio, a Brindisi anche a Pasquetta, a Lecce resterà chiuso.

Cgil Cisl Uil nei giorni scorsi avevano proclamato uno sciopero per oggi, domani, 25 aprile e 1° maggio invitando i dipendenti del commercio ad astenersi dalla prestazione nei giorni festivi. In una lettera inviata alle aziende e alle associazioni datoriali Federdistribuzione, Confcommercio e Confesercenti, i Segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil di Puglia, Barbara Neglia, Antonio Arcadio, Giuseppe Zimmari ribadivano la «contrarietà alle aperture dei negozi, supermercati, Iper e Centri Commerciali in prossimità delle festività nazionali e chiedono il rispetto dei valori espressi nelle festività civili e religiose, per le persone e le famiglie intere».

«Nonostante le promesse elettorali e i diversi disegni di legge presenti in parlamento – aggiungono i sindacati di categoria – dobbiamo riscontrare che l’azione del governo si è inspiegabilmente fermata, continuando a lasciare mano libera alle multinazionali del settore con le aperture dei centri commerciali». Non è accettabile l’atteggiamento intrapreso dalle aziende della Grande Distribuzione Organizzata, dalla Confcommercio, dalla Confesercenti e Federdistribuzione che hanno di fatto peggiorato le condizioni di lavoro e vita familiare dei lavoratori e delle lavoratrici». Nella lettera si rilancia l’appello affinché non si lavori durante quei giorni perché il commercio nelle festività non è indispensabile e dal 2012 ad oggi non ha creato nuova occupazione».

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