“IL PIANO DI RIEQUILIBRIO DI MANFREDONIA È SADISMO”

C’è del sadismo nel tono trionfalistico con cui il comunicato stampa diffuso da Palazzo San Domenico annuncia alla città che la maggioranza, approvan

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C’è del sadismo nel tono trionfalistico con cui il comunicato stampa diffuso da Palazzo San
Domenico annuncia alla città che la maggioranza, approvando il Piano di Riequilibrio
Finanziario Pluriennale (ai sensi dell’art.243-bis del D.Lgs 267/2000 e s.m.i.) ha evitato il
dissesto finanziario e messo la città nelle condizioni di poter tornare a guardare avanti.
C’è perversione politica nel far passare la decisione di abbandonare l’aula al momento del
voto, presa da tutti i consiglieri indipendenti e dell’opposizione, come un tentativo fallito di
gettare la città nel baratro, e di far credere a tanti inconsapevoli concittadini che tale pericolo
è stato per fortuna evitato grazie alla maggioranza.
In realtà i consiglieri di minoranza hanno abbandonato l’aula in segno di protesta, perché è
inconcepibile che non vi sia la possibilità di replica alle “corbellerie arroganti” del Sindaco
che, parlando per ultimo, si permette di dire “la qualunque”.
A differenza di come ci vorrebbero far credere i nostri cari amministratori, il piano di
riequilibrio non è stato voluto per salvare l’Ente dal dissesto finanziario, ma per salvare le
loro poltrone ancora per altri mesi, prolungando l’agonia di una città morente con
conseguenze sempre più gravi per la collettività. Solo le dimissioni in massa dei consiglieri
di maggioranza, subito dopo l’approvazione del Piano, avrebbero potuto smentire la nostra
tesi, dimissioni che non sono arrivate e non arriveranno mai.
Il Piano è passato con 12 voti a favore su 25 consiglieri eletti, compreso il Sindaco: in pratica
con il 48% dei rappresentanti del popolo e solo grazie ad un Regolamento Comunale che si
fa valere solo quando fa comodo a ciò che è rimasto della maggioranza.
Un Piano redatto con il supporto di una società esterna – nonostante la presenza di una
dirigente, a nomina Diretta del Sindaco, preposta alla gestione del settore finanziario –
costata alle casse dell’ente oltre 40mila euro, che va contro ogni principio contabile e non
tiene fede alle indicazioni riportate nelle linee guida emanate dal Ministero degli Interni e
pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 08/5/2018 (supplemento ordinario n. 22 – Serie generale
n.105) e trasmesse alle varie sezioni regionali della Corte dei Conti.
Ad oggi si è sempre tenuto nascosto il vero indebitamento dell’Ente proprio perché causato
da una cattiva gestione amministrativa che dura da troppi anni ed ha dei precisi responsabili,
gli stessi che hanno avuto la faccia tosta di mettere mano alle carte e dare indicazioni su
come avviare la stesura.
Redigere un Piano di Riequilibrio Finanziario pluriennale senza aver fatto prima emergere
la situazione deficitaria reale dell’Ente produrrà altri debiti che protrarranno le difficoltà di
tutti noi poveri cittadini e la durata di una reale azione di risanamento.
Un Piano che parte da un presupposto sbagliato, e cioè dal ‘disavanzo di amministrazione
del Conto Consuntivo 2017’ che di fatto, in fase di approvazione, certificava addirittura un
‘avanzo di amministrazione’ di circa 146 mila euro. Ma avendo il Consiglio Comunale
approvato il Piano a marzo 2019, come riferimento di partenza si sarebbe dovuto prendere
il Disavanzo di Amministrazione risultante dal Bilancio Consuntivo del 2018, ad oggi ancora
non approvato.
Dunque, infischiandosene anche della norma che è chiara e dice che “il debito va ripianato
dall’anno in corso alla data di approvazione” e quindi, nel nostro caso, partendo dal 2019 e
non come hanno fatto loro partendo dal 2018.
Gli stessi Revisori dei Conti, nella loro relazione, tra le varie criticità riportate, denunciano
l’assenza del Bilancio Consuntivo 2018 e sottolineano che, “a causa della tardiva
trasmissione degli atti da parte degli uffici, non sono stati messi nelle condizioni di
approfondire e valutare meglio la documentazione e la relazione di accompagnamento del
Piano stesso”, trasferendo di fatto ogni responsabilità a coloro che lo hanno approvato.
Dovendo obbligatoriamente inserire nel redigendo Piano di Riequilibrio Pluriennale una
tabella con il ‘Conto del bilancio 2018, verifica equilibri’, gli esperti estensori hanno avuto la
sfrontatezza di scrivere che lo stesso non è stato ancora approvato e che “in merito alle
verifiche sulla congruità dei fondi che concorrono alla determinazione della quota disponibile
del risultato di amministrazione, l’organo di revisione non ha effettuato nessun tipo di
valutazione”.
MA CHE CREDIBILITA’ E VALIDITA’ HA QUESTO PIANO?
Faranno richiesta al Fondo di rotazione ex art. 243 ter del TUEL, ma si dovrà far ricorso
anche ad un mutuo passivo per finanziare le spese in conto capitale, richiamate nel Piano
ma non quantificate, quindi un mutuo che genererà un ulteriore debito per ripianare un
debito.
Nel Piano si continuano a riportare circa 30 milioni di euro di ‘residui attivi’ riferiti alle
morosità tributarie dal 2008 ad oggi, che non si è finora riusciti ad incassare, non per
incapacità di recupero della società Gestione Tributi S.p.A., ma perché molti degli stessi non
sono riconducibili a dei titoli. Si è persa (volutamente?) l’occasione per dare, anche se in
parte, una ripulita ai conti, forse perché farlo avrebbe significato ammettere di aver utilizzato
negli anni poste in entrata inesistenti per pareggiare i conti dei Bilanci e subirne le relative
conseguenze.
Una serie di atti propedeutici alla formulazione del piano mai realizzati; tagli di spese fasulli
come quello degli organi politici che – a parte il taglio netto, ed immediato, del 50% ai
compensi, già molto risicati, dei consiglieri comunali – per gli Assessori, il Sindaco e il
Presidente del Consiglio Comunale scatteranno concretamente dal 2021 ovvero solo dopo
la fine di questo mandato e chi succederà a questa disastrosa combriccola dovrà lavorare
duramente per risanare i debiti ereditati e percependo stipendi più bassi dei predecessori
che avranno incassato fino all’ultimo centesimo.
L’aumento dei tributi locali ha già prodotto un effetto contrario, facendo crescere il numero
di contribuenti che, non potendo far fronte all’inasprimento della pressione fiscale, hanno
aumentato la platea degli evasori e, di conseguenza, il buco dei tributi non riscossi.
Pagamenti effettuati superiori agli impegni di spesa; inadempienze amministrative; canoni
per utilizzo di beni e servizi affidati mai pagati; tantissimi contenziosi conclusi con sentenze
a sfavore della pubblica amministrazione, assunzioni ingiustificate … Potremmo continuare
all’infinito ad elencarvi le inefficienze amministrative degli attuali protagonisti, che hanno
contribuito all’indebitamento dell’Ente, ma non avrebbe senso perché ormai lo hanno capito
tutti e non si può far altro che attendere la fine di un calvario che non dovrebbe durare ancora
tanto.
CONSIGLIERI GIANNI FIORE E MASSIMILIANO RITUCCI
MOVIMENTO 5 STELLE MANFREDONIA

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