Sussidi, in Puglia in due anni il Reddito di Dignità ha aiutato 32mila famiglie

In due anni, dall’inizio del 2017 alla fine del 2018, il Reddito di Dignità (ReD) pugliese ha raggiunto circa 32mila famiglie. Il 66% dei beneficiari

Estate 2024, da animatori a barman: oltre 40mila opportunità di lavoro tramite agenzia
Manfredonia. Torna il consiglio comunale
PROMOZIONE PUGLIESE, IL PROGRAMMA DEL PROSSIMO TURNO.

In due anni, dall’inizio del 2017 alla fine del 2018, il Reddito di Dignità (ReD) pugliese ha raggiunto circa 32mila famiglie. Il 66% dei beneficiari è costituito da donne, il 34% da uomini, il 5% dei quali cittadini stranieri, per un investimento complessivo di circa 20-25 milioni di euro ogni anno. Sono alcuni dei dati presentati oggi dalla Regione Puglia che ha fatto un bilancio del primo biennio di attivazione del ReD. A tutti i componenti dei nuclei familiari destinatari della misura è stato sottoposto un Patto per l’inclusione sociale con più di diecimila tirocini attivati, progetti di sussidiarietà e lavori di comunità, attingendo dal Catalogo regionale delle opportunità di inserimento, unico nel suo genere in Italia, al quale hanno aderito enti pubblici, soggetti privati e imprese del terzo settore.
«Il senso futuro di ReD – ha spiegato l’assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggeri – è quello di continuare a intercettare pugliesi che hanno bisogno, nuove fasce di povertà a cui occorre pensare». «Il Reddito di dignità – ha spiegato la consigliera del presidente per l’Attuazione del programma, Titti De Simone – continuerà ad esistere proprio per dare una protezione a coloro che potranno essere penalizzati dalla misura nazionale pur vivendo in condizioni di povertà. E quindi – ha precisato – pensiamo ai nuclei familiari numerosi con molti con figli a carico, alle famiglie con persone che hanno una disabilità, a target specifici di fragilità come ad esempio le coppie separate, le donne vittime di violenza, le famiglie numerose».

La dirigente regionale della sezione inclusione e innovazione reti sociali, Annamaria Candela, ha infine spiegato che «dall’1 marzo il portale web di Inps non accetta più domande per il Reddito di inclusione, il Rei, (in vista dell’attivazione della nuova misura del Reddito di cittadinanza, ndr) e la piattaforma regionale era progettata nell’interesse dei cittadini ad accogliere domande uniche che il sistema smistava tra ReD regionale e ReI nazionale». «Quindi – ha precisato – è stato sospeso temporaneamente l’accesso per le domande, per evitare qualsiasi confusione con il Reddito di Cittadinanza, che invece al momento prevede che le domande possano essere presentate solo agli sportelli delle Poste Italiane, visto che online serve la Spid di cui i cittadini non sono in possesso, e i Caf dovranno ancora convenzionarsi con il Ministero del Lavoro».
«I Comuni, invece – ha concluso – possono continuare senza soluzione di continuità a caricare e a istruire le domande per i target specifici».

LE PAROLE DI EMILIANO – «Il Reddito di Dignità pugliese esiste, funziona e non è un caos come il Reddito di Cittadinanza nazionale, del quale nessuno sa nulla e chissà che cosa succederà». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, presentando il bilancio del primo biennio di applicazione del Red, misura regionale di sostegno alle fasce deboli, che ha raggiunto circa 32mila famiglie pugliesi. Emiliano ha definito il ReD pugliese «il più grande miracolo politico, in senso alto, che abbia mai visto prodursi davanti ai miei occhi».
«Questo sistema – ha detto Emiliano – si sarebbe potuto applicare a tutte le regioni italiane, senza particolari aggravi e senza mettere a rischio il bilancio della Repubblica italiana, come è accaduto con il sistema nazionale. Ho più volte dato la disponibilità al ministro Di Maio per fargli conoscere questo sistema, ma l’orgoglio ha potuto più della ragionevolezza, nel senso che stanno facendo da soli come molte altre situazioni, di questo ovviamente ci dispiace. Noi continueremo a tenere fermo il reddito di dignità pugliese fino a che non verrà sostituito da qualche cosa che esiste e che funziona perché con le chiacchiere non si gestisce l’attenuazione della povertà».
«Qualcuno pensava di aver cancellato la povertà dal vocabolario ma non è così semplice. Chi governa sul serio e non solo a chiacchiere – ha aggiunto – sa perfettamente quanto è difficile gestire le situazioni di disagio. Siccome il reddito di cittadinanza non esiste ancora – ha continuato – e ho la seria preoccupazione che ci vorranno anni per farlo funzionare, noi non smetteremo di gestire il ReD con le caratteristiche odierne, fino a che non avremo la certezza che esista qualche cosa di paragonabile. Ce lo terremo stretto se ci renderemo conto che i chiacchieroni stanno prevalendo su coloro che sanno il fatto loro»

COMMENTI

WORDPRESS: 0