Sanità, Puglia fuori dal commissariamento, slittata a marzo decisione del ministero

Sul tavolo c’è l’uscita della Puglia dal Piano operativo, il commissariamento soft che tiene le Asl sotto il controllo dei ministeri e che - sulla car

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Sul tavolo c’è l’uscita della Puglia dal Piano operativo, il commissariamento soft che tiene le Asl sotto il controllo dei ministeri e che – sulla carta – doveva concludersi il 31 dicembre. Ma i tecnici di Salute ed Economia fanno resistenza, pur riconoscendo che la gestione della sanità è ormai tornata nei ranghi. Ma la partita si giocherà nel mese di marzo.
Lunedì sera, a Roma, il presidente Michele Emiliano ha incontrato il ministro della Salute, Giulia Grillo. Un colloquio cordiale, dicono fonti della Regione, in cui però il tema del Piano operativo sarebbe stato toccato solo in termini generali. E dunque lasciando che l’iter faccia il suo corso: la Puglia entro il 9 marzo dovrà mandare gli aggiornamenti del Piano operativo 2016-2018 (già informalmente consegnati al ministero), e la riunione convocata per il 9 aprile prenderà la decisione definitiva.
Le perplessità, da ciò che è stato possibile ricostruire, riguardano non tanto gli aspetti tecnici (da tre anni la Puglia è considerata adempiente per i Livelli essenziali di assistenza) quanto per quelli economici. Esiste infatti una divergenza sul saldo del bilancio 2018, che per la Regione è pari a -14 milioni mentre per il Mef sarebbe negativo per 33 milioni. La differenza è dovuta all’incidenza del payback farmaceutico, la quota di fatturato che le case produttrici restituiscono alle Regioni a fine anno: sul meccanismo di riparto è in atto da anni un contenzioso, e la legge di Stabilità ha sancito che la situazione dovrà essere sanata entro aprile.

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