Proroghe per infermieri precari e assunzioni per specialisti: gli emendamenti fanno discutere

«Se pensano che ci faremo arrestare per loro, sbagliano di grosso». Il commento di un direttore generale spiega bene quanto è successo ieri mattina, d

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«Se pensano che ci faremo arrestare per loro, sbagliano di grosso». Il commento di un direttore generale spiega bene quanto è successo ieri mattina, dopo che la commissione bilancio ha inserito nel previsionale 2019 – nonostante il referto tecnico contrario – due emendamenti che riguardano le Asl. Il primo prevede la proroga fino al 31 dicembre 2019 dei contratti degli infermieri precari. Il secondo, pretenderebbe addirittura di assumere a tempo indeterminato, senza concorso ma con un giudizio di idoneità (un colloquio), gli specialisti convenzionati e i veterinari con almeno cinque anni di anzianità. Fantascienza pura: anche se venissero approvati, nessuna Asl li applicherebbe mai perché non rispettano la legge.

L’emendamento per gli infermieri precari, i cui contratti vengono in queste settimane rimpiazzati dai vincitori di concorso, porta la firma di Marmo, Gatta, Damascelli (Fi), Pentassuglia e Caracciolo (Pd). Quello per gli specialisti è invece di Marmo, Zinni e dell’assessore Raffaele Piemontese, che in commissione ha dato parere positivo. Ieri il clima nei corridoi dell’assessorato era tra lo stupito e l’irritato: il presidente Emiliano, un mese fa, era andato a incontrare gli infermieri precari della Asl di Bari proprio per spiegare che le proroghe non sono più possibili e che si farà fronte al fabbisogno attraverso un nuovo concorso. Iniziative del genere – è la lettura dei tecnici – finiscono per lanciare falsi messaggi di speranza, perché nessun direttore generale firmerà mai assunzioni in contrasto con la legge.
È quasi certo che il presidente Emiliano chiederà, in sede di voto (l’intenzione è sempre di chiudere il Consiglio entro la mezzanotte di domani, evitando di arrivare a sabato), almeno l’abrogazione dell’articolo sugli infermieri. «Per gli specialisti – dice Piemontese – parliamo di persone in convenzione da anni, che chiedono di entrare come dipendenti, allo stesso costo attuale e previo giudizio di idoneità. Secondo me è un fatto positivo».

Ma intanto le polemiche si concentrano sui Consorzi di bonifica, con Fabiano Amati (presidente della commissione Bilancio) che chiede al centrosinistra di votare «no» al finanziamento da 15 milioni (10 per le spese di funzionamento, 5 per i debiti pregressi): «Una norma da ostacolare senza pietà – per il consigliere Pd -, che prevede di pagare ancora una volta con le tasse dei cittadini gli stipendi e gli sprechi dei Consorzi. A questi soggetti continuiamo ad assegnare pure la gestione privata dell’acqua, preferendoli ad Aqp che è il più grande gestore pubblico europeo, mettendo mano ai soldi dei cittadini per ripianare i loro pesanti buchi di bilancio. Alzi la mano chi a casa propria e con i propri soldi farebbe la stessa cosa». Il capogruppo Udc, Napoleone Cera, ha ritirato la sua proposta di estendere la gestione di Aqp anche ai due Consorzi del Gargano. Ma la dichiarazione di Amati segna un possibile punto di rottura e costituisce un segnale chiaro rispetto all’ipotesi che a gennaio il disegno di legge presentato da Pentassuglia possa cancellare il trasferimento della gestione irrigua ad Aqp.
Il disegno di legge di bilancio, passato con i voti contrari di Conca, Franzoso, Laricchia e Zullo, ha portato il provvedimento a 99 articoli, contro i 28 iniziali (va tolto quello per il contributo alla riqualificazione dell’ex Sanatorio di Lecce, bocciato in commissione).

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