Nella città dei due siti Unesco, Monte Sant’Angelo, si vende quasi tutto. I cartelli di “vendesi” in questi giorni hanno invaso il bellissimo e poetic
Nella città dei due siti Unesco, Monte Sant’Angelo, si vende quasi tutto. I cartelli di “vendesi” in questi giorni hanno invaso il bellissimo e poetico centro storico del paese dell’Arcangelo a pochi giorni dalla festività religiosa e patronale del 29 settembre. È forte l’allarme lanciato dai commercianti un po’ per provocazione, ma anche per un chiaro segnale di crisi. Chi troverà acquirenti danarosi alienerà davvero negozi, licenze o immobili.
Il confronto tra Monte e gli altri siti Unesco del Sud, Alberobello e soprattutto Matera, fa scolorare anche la bianca calce del Rione Junno. Meglio non avviare neppure il paragone con la frequentatissima dirimpettaia Ragusa dell’Adriatico, la croata Dubrovnik, o con Le Mont Saint Michel in Normandia.
Sono 229 le strutture di b&b e di accoglienza a Matera, divenuta ormai meta di culto dei finesettimana, 108 quelle di Alberobello, che vende da qualche anno il fascinoso brand del Natale, e solo 24 quelle di Monte Sant’Angelo, di cui la metà a Mattinata o a Macchia.
Solo 6 gli annunci di case su Airbnb, tra cui spiccano gli appartamenti Mastcarrir, Casetta Poggio del Sole, Arciuolo, a Casa di Nonno, laddove invece sono decine e decine le offerte lucane.
Secondo gli operatori la flessione del turismo a Monte, si aggira intorno al 30% e include un calo drastico anche dei viaggi religiosi “poveri” in pullman, da sempre disprezzati dalle anime belle culturali e da chi propone una rigenerazione urbana con albergo diffuso. Un dato molto sconfortante per tutti, tanto che sono almeno 15 le case e le attività che si vendono sul serio, a causa del grave decremento demografico e di una crisi economica, che col definitivo fallimento della zona industriale del Contratto d’Area, si è fatta più pesante.
Il noto fornaio Donato Taronna non ha affisso il vendesi, ma anche lui sente lo sfilacciamento della vita comunitaria. L’estate 2018 è stata fiacca. E come si sa il turismo a Monte d’inverno è pressoché inesistente. A l’Immediato è schietto: “Non c’è stata una grande programmazione di eventi estivi, tutte le kermesse storiche hanno avuto un tono minore rispetto agli scorsi anni, per noi commercianti incide negativamente anche l’isola pedonale dalle 10 alle 24. Senza manifestazioni e rassegne non ha senso chiudere al traffico il centro storico. Anche FestambienteSud, tolta la prima serata con gli Avion Travel, è stato meno accattivante, d’altronde vogliono andar via da Monte e già quest’anno hanno delocalizzato alcuni eventi. Si è perso quello spirito dei primi anni, quando nel circolo- c’era anche un giovanissimo Pier Paolo d’Arienzo- organizzavamo in mezzo alla strada la sagra del pane, del pancotto e c’era una marea di gente. Tutti i commercianti hanno perso un po’ di clientela”.
C’è vera e propria “desolazione” secondo Raffaella del New Bar Jolly. Il flusso di visitatori si è avuto solo dal 10 al 23 agosto. “Monte è diventata molto meno attrattiva, nessuno si muove, non si smuove niente- spiega- Per questo ho affisso il cartello. Manca uno spirito di creatività nell’amministrazione, tutti stanno bene a casa propria e se ne infischiano. Sono ragazzi alle prime armi: ci sono stati degli eventi sporadici, circoscritti, antoreferenziali. Anni addietro noi eravamo la capitale della cultura e delle manifestazioni folcloristiche, ora non produciamo più nulla. È da 11 anni che sono qui col bar e mai avevamo avuto un periodo così nero. Nel centro storico, nella via principale sono rimasti 3 negozietti”.
Anche su un blog di viaggi, il “Never Ending Vojage” in un post dedicato al Gargano, datato 28 agosto 2018, la blogger scrive in inglese “all’inizio non sembrava che ci fosse qualche altro turista attorno a noi, ma poi abbiamo trovato l’attrazione del Santuario”, descrivendo bene la solitudine del viaggiatore internazionale alla ricerca di opere d’arte, nella città patrimonio Unesco de “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”.
Ad aver dato la scossa con i Vendesi è stato il solito Gegè Mangano, noto e vulcanico chef del ristorante Li Jalantuumene, presente in tutte le maggiori e prestigiose guide enogastronomiche e personaggio televisivo alla Prova del Cuoco e a Gambero Rosso. Anche lui vende davvero il suo spazio, insieme al B&B e al “Mo… Wine”, aperto lo scorso anno, se trova chi è disposto a comprare.
“Nessun imprenditore viene ad investire a Monte Sant’Angelo, come mai?- si chiede- Le attività ormai sopravvivono, c’è malumore tra tantissimi commercianti. Vieste fa 2 milioni di visitatori all’anno, passano davanti a Macchia, ma nessuno si ferma a Monte, perché? Perché Macchia non si è mai sviluppata? Manca la qualità dei servizi da noi. Io ho dato tanto lustro per così tanti anni a Monte, ma la città cosa mi ha restituito? Non ci sono progettualità né idee. Ma sia chiaro, non voglio far guerra all’amministrazione o al sindaco attuale, un bravo ragazzo. Un conto è essere bravi ragazzi, altro è saper far politica. La politica dovrebbe far riemergere un paese che ha avuto la disgrazia che tutti conosciamo e invece presenta Monte come un abito sciatto in vetrina. Ci sono le competenze per amministrare una delega come Cultura e Turismo? Io ho la mia clientela, il lavoro non mi manca e posso trovare sempre un angolo nel mondo dove fare cucina pugliese di alta qualità, ma io credo ancora nel mio centro storico, che non ha nulla da invidiare a Matera o ad Alberobello, anzi. Non posso vederlo lasciato all’abbandono. Occorre saper ascoltare gli operatori e chi non vive di pubblico impiego. Quando chiusero la Sangalli io mi inventai quel format a Ballarò, ho sempre pensato al sociale, credo nel territorio, che merita visibilità, rispetto ed una comunicazione adeguata. La città dei 2 Siti Unesco scrivono e dove sono? Come intendono promuoverli?”.
Lo scioglimento del consiglio comunale per mafia, che nessuno nomina, ma che tutti percepiscono come una presenza del passato incombente, fa sentire ancora oggi la sua onda lunga negativa. Per molti, la nuova amministrazione del giovane sindaco Pier Paolo d’Arienzo anziché aprirsi al nuovo, si è chiusa, forse anche per assicurare legalità e trasparenza.
Abbiamo tentato di ascoltare il parere sia dell’assessora Rosa Palomba sia del sindaco, ma entrambi preferiscono rispondere a cose fatte e a progetti avviati, dopo il 29 settembre. Quello alzato con la provocazione dei vendesi viene visto solo come “un polverone”. 5 grandi eventi sono stati presentati, il Comune ha partecipato a dei bandi sul centro storico per la riqualificazione di tutte le piazze. Dalla sua l’amministrazione, ha un dato confortante: il calo dei turisti c’è in tutta la Puglia, perché si sono rafforzate altre destinazioni, a cominciare dalle isole greche, insieme ad Albania, Croazia, Montenegro, Mar Rosso. Monte e il Gargano iniziano a perdere quell’appeal grosso derivante negli anni scorsi dal terrorismo internazionale. Il turismo è molto cambiato, ci si giustifica. Ma Monte Sant’Angelo resta pur sempre la città dell’Arcangelo, dei cammini, della Grotta, di Junno, della lotta del Bene contro gli inferi del Male (anche in versione moderna con la mafia), dei Longobardi, della cupola emisferica del Battistero di San Giovanni, del pane più buono di Puglia insieme a quello di Altamura, del belvedere mozzafiato, degli eremi di Pulsano, delle icone. Chiunque voglia dedicarsi a promuovere le sue bellezze per lanciare un marchio duraturo e suggestivo nell’immaginario dei viaggiatori, dei pellegrini e degli erranti della cultura e dei paesaggi, non ha che l’imbarazzo della scelta.
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