“LA QUESTIONE MANFREDONIA”

La città di Manfredonia sconta un pesante lascito del passato sul suo territorio e sulla vita dei suoi cittadini. Molte sono state le ferite ricevute

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La città di Manfredonia sconta un pesante lascito del passato sul suo territorio e sulla vita dei suoi cittadini. Molte sono state le ferite ricevute e mai sanate per cui è diffusa nella popolazione la sensazione di essere stata abbandonata e tradita dalle Istituzioni e dagli Enti di Stato.

La storia

A fine degli anni 60 fu deciso di installare un complesso petrolchimico (stabilimenti ANIC-SCD, gruppo ENI) nella Piana di Macchia adiacente al comune di Manfredonia nella provincia di Foggia, che inizia la produzione nel 1971. Il 26 settembre del 1976, lo scoppio della colonna di lavaggio dell’impianto di sintesi dell’ammoniaca nel sito ANIC causò il rilascio in atmosfera di almeno 12 tonnellate di composti di arsenico con l’esposizione di lavoratori e residenti. Ripetuti furono gli incidenti che si verificarono negli anni successivi, il più allarmante dei quali, nel 1978, con una fuoriuscita di ammoniaca che terrorizzò la popolazione. Nel 1988 i cittadini si mobilitarono in massa contro la costruzione di un grande inceneritore per rifiuti speciali. Per due interi anni si susseguirono le lotte attraverso marce, presidi permanenti nelle strade e nelle piazze, occupazione di edifici pubblici, appelli, petizioni, seminari di studio. Fu creato anche un Comitato permanente per la difesa della salute e dell’ambiente. Le donne furono particolarmente attive e perseveranti nelle lotte. In tremila iniziarono un’azione presso la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo e non si arresero fino a che, dieci anni più tardi, questa riconobbe la violazione, da parte dello Stato italiano, dell’articolo 8 –diritto al rispetto per la vita privata e familiare- della Convenzione di Diritti Umani (ECHR 1998).Nel 2001 il sostituto procuratore di Foggia, grazie alla denuncia comune  di un medico e di un operaio dell’Enichem, che documentava la correlazione tra esposizione all’arsenico e malattia, rinviò a giudizio dieci dirigenti dell’ex ANIC e due consulenti medici, con l’imputazione di omicidio colposo plurimo, lesioni multiple, disastro ambientale e omissione di controlli. Il lungo e difficile processo iniziò nel 2002 e si concluse nell’ottobre del 2007, con una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati, con la motivazione che i cittadini di Manfredonia consumavano gamberetti in quantità elevate!!!

Il percorso della Ricerca Partecipata

Dopo anni di silenzio, a febbraio del 2015, l’attuale sindaco di Manfredonia, con il CNR e l’ASL, decide di cofinanziare una ricerca che ha come scopo quello di indagare e verificare eventuali nessi tra lo sversamento di Arsenico, avvenuto nello stabilimento Enichem il 26 settembre 1976, ed alcune patologie di cui soffre la popolazione ed eventuali danni ambientali. Fin da subito fu proposto un modello di Ricerca allargato, con un team composto di esperti di diversa provenienza disciplinare e con la partecipazione a tutte le fasi dell’indagine della popolazione locale. Nasce così a Manfredonia il Coordinamento Cittadino per la Salute e l’Ambiente all’interno di un Progetto chiamato Ricerca Partecipata. La Commissione dei Ricercatori si impegna a collaborare con un gruppo di cittadini attivi e sensibili alla questione ambientale e alla salute pubblica. Insieme si elabora un protocollo di studio condiviso dalla Commissione Scientifica, il Coordinamento e il Sindaco. Questo percorso di Ricerca diventerà poi “Modello Manfredonia” adottato dalla Regione Puglia per intervenire sulle questioni della Salute legate all’Ambiente.

I Ricercatori da una parte e il Coordinamento dall’altra, iniziano un percorso di indagini interrelate e strettamente collaborative, decidendo assieme i quesiti della ricerca, la preparazione del protocollo e la discussione dei risultati.

L’impostazione dello studio e la prospettiva di ricerca partecipata tiene conto della storia pregressa della città, caratterizzata da una gestione delle questioni ambientali che ha prodotto sfiducia e sospetto verso le istituzioni, sentimenti ancora prevalenti nella società civile. In quest’ottica viene inquadrato l’avvio dello studio con una ‘doppia narrazione’: dal punto di vista dei ricercatori e dal punto di vista del coordinamento dei cittadini. Si realizza un sito internet per la diffusione delle informazioni e per raccogliere documenti e testimonianze utili a conoscere la storia e seguire gli sviluppi dello studio. (www.ambientesalutemanfredonia.it). Il Centro Diurno Alda Merini diventa il luogo istituzionale degli incontri del Coordinamento.

Il 26 settembre 2016, in occasione del Quarantennale dello scoppio della colonna dell’arsenico nel 1976, il Coordinamento organizza quattro giornate nelle quali si discute e si condividono studi, progetti e iniziative riguardanti lo stato di salute dei cittadini e la bonifica del sito ex Enichem.  Proprio in questa occasione il governatore della Regione Puglia Emiliano si impegna a sostenere con mezzi idonei e in rete con le istituzioni regionali, la Ricerca Partecipata.

Il 16 giugno 2017 nell’Aula Consiliare del Comune di Manfredonia, alla presenza del sindaco, la Commissione Scientifica porta a conoscenza i primi dati. I risultati mostrano criticità rilevanti rispetto allo stato di salute della popolazione facilmente correlabili con l’inquinamento ambientale subìto nell’area di Manfredonia. In sintesi  indicano che:

1- Manfredonia, dal 1970 ad oggi, ha progressivamente perso il vantaggio di salute che aveva rispetto alla regione di appartenenza.

2- la mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso a partire dagli anni duemila rispetto alla media regionale e provinciale. In particolare tra coloro che avevano meno di cinquanta anni al momento dell’incidente del 1976 si sono registrati circa 14 decessi in più rispetto alla media regionale;

3- dal 1995 la mortalità per malattie cardiache è aumentata, con un picco di due morti in più al mese nella seconda metà degli anni novanta. Come dimostra la letteratura scientifica in proposito, infatti, tutte le popolazioni che hanno sperimentato disastri anche di tipo industriale si trovano a fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. Infine, sono allarmanti gli ultimi aggiornamenti sullo stato di salute della popolazione nei siti SIN (Siti di Interesse Nazionale tra i quali Manfredonia) presentati il 12.06.2018 a Roma presso il Ministero della Salute, dall’epidemiologo Pietro Comba, responsabile scientifico dello studio “Sentieri” (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento). In sintesi nella popolazione residente nei siti contaminati studiati, è stato stimato un eccesso di mortalità per tumori e malattie cardiovascolari pari al 4% negli uomini e al 5% per le donne, rispetto alla popolazione generale. A preoccupare maggiormente è il dato sulla salute dei più giovani. Rispetto alle aree non a rischio infatti, nei siti SIN, il tasso di tumori, nella popolazione da 024 anni, sale al 9%. Inoltre, a questa fascia d’età, appartengono anche le numerose malformazioni all’apparato urogenitale, sistema nervoso ecc, già segnalate dallo studio del Prof Bianchi.

Il 30 gennaio 2018 in Aula Consiliare si tiene un incontro per fare il punto dell’opera e discutere sulle azioni necessarie, su bonifica e ricerca. La Ricerca partecipata ha infatti documentato, senza ombra di dubbio, che ci troviamo davanti al Terzo scenario tra i quattro ipotizzati nel Protocollo d’ Intesa. Le implicazioni di questi risultati sono chiare: occorre una valutazione sulla permanenza degli inquinanti e un impegno attivo di monitoraggio e verifica delle opere di bonifica e riqualificazione ambientale. Il Coordinamento ritiene indispensabile istituzionalizzare un sistema permanente di sorveglianza di tutti i siti SIN e quindi anche della nostra Città. I dati informativi sulla salute devono essere trasparenti e condivisi dalla popolazione perché siamo convinti che “gli studi e le ricerche si fanno perché devono poi tradursi in decisioni e atti politici in grado di cambiare lo stato delle cose” (Walter RicciardiPresidente Istituto Superiore Sanità).

Il 14 aprile 2018 in occasione della proiezione in anteprima nazionale del docufilm ” Manfredonia la catastrofe continuata”, realizzato dal regista Mazzotta e sostenuto da Medicina Democratica, il Coordinamento Cittadino e la Commissione Scientifica hanno incontrato alcune associazioni e cittadini singoli con il fine di  realizzare una cordata di associazioni, comuni, enti, soggetti sociali ed economici e culturali operanti nel territorio per creare una rete di Cittadinanza Attiva. Spetta a tutti e a tutte proporre azioni e politiche che pongano rimedio, per quanto possibile, ai danni e ai torti passati subiti non solo dalla popolazione della nostra Città, ma da tutto il Territorio. Si pensi all’inquinamento del golfo che si chiama di Manfredonia, ma è il mare di tutta la  Capitanata. Da qui può partire un Progetto di Rigenerazione del Territorio che punta sul patrimonio naturalistico e culturale per creare un Futuro in cui lavoro e salute non siano più antagonisti.

 
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