«L’acqua in bottiglia rappresenta ancora oggi un business, in costante aumento. Un affare miliardario che vede da una parte le aziende, a cui vengono
«L’acqua in bottiglia rappresenta ancora oggi un business, in costante aumento. Un affare miliardario che vede da una parte le aziende, a cui vengono concessi canoni a dir poco irrisori per imbottigliare l’acqua, dall’altra gli enti regionali che devono accontentarsi delle briciole. La Regione Puglia per esempio continua a far pagare le società che imbottigliano l’acqua in funzione degli ettari dati in concessione e non sulla base dei metri cubi di acqua emunta o imbottigliata, con un ritorno economico assolutamente irrisorio. Basterebbe applicare un canone minimo di almeno 20 euro al metro cubo, pari a 2 centesimi di euro al litro imbottigliato, per ottenere introiti maggiori da reinvestire in politiche di tutela e gestione della risorsa idrica e di miglioramento del Servizio Idrico Integrato». È l’analisi del presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini a margine della illustrazione dei dati del rapporto «Acque in bottiglia. Un’anomalia tutta italiana» redatto insieme ad Altreconomia e presentato in occasione della giornata mondiale dell’acqua.
«I canoni che le Regioni applicano – spiega ancora Tarantini – seguono tre criteri: ettari in concessione, volumi emunti e volumi imbottigliati. Fra le tre Regioni che applicano un solo canone c’è la Puglia. Dal 2014 ad oggi è vero che la cifra è stata aumentata passando da 100 a 130 euro/ettaro, tuttavia, se si applicasse un canone di appena 2 centesimi a metro cubo, i possibili introiti per le casse regionali relativi ai soli litri imbottigliati (62.111.780) sarebbero di 1,2 milioni di euro/anno invece degli attuali 22.750 euro pagati per i 175 ettari dati in concessione».
«In occasione della giornata mondiale dell’Acqua – conclude Tarantini – vogliamo sensibilizzare i cittadini a incrementare l’utilizzo dell’acqua di rubinetto rispetto a quella in bottiglia perché è più sicura, basti pensare che in Puglia sono oltre 100 i monitoraggi giornalieri effettuati, ha un costo mille volte inferiore e non produce milioni di tonnellate di bottiglie di plastica che ogni anno vengono disperse in mare e nell’ambiente».
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