Tra etica e lavoro a Foggia Princes «alza l'asticella»

Obiettivo 100 per cento nel 2018. Princes, il più importante trasformatore di pomodoro da industria in Capitanata, ha annunciato di voler elevare gli

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Obiettivo 100 per cento nel 2018. Princes, il più importante trasformatore di pomodoro da industria in Capitanata, ha annunciato di voler elevare gli standard etici all’interno della propria filiera produttiva nella prossima campagna agricola. Non più l’81% registrato quest’anno – ovvero il totale delle aziende partner certificate – l’obiettivo è innalzare questi livelli al massimo possibile. Un impegno specifico quello del gruppo internazionale leader nel mondo nella produzione e distribuzione alimentare per combattere il caporalato, enorme macchia su questa provincia che evidentemente rischia di offuscare anche l’immagine di grandi gruppi dalle spalle larghe qual è la multinazionale di proprietà della Mitsubishi. La speranza per la cultura imprenditoriale di questo territorio è che l’esempio della Princes sia un possente traino e obblighi i medi e i piccoli ad adeguarsi, pena l’uscita di scena dal mercato e dagli affari correnti. Perchè se l’81% di certificazione è già una percentuale abbastanza alta di affidabilità (e che va ascritta quasi totalmente a imprese del luogo), è anche vero che innalzare la soglia in un momento in cui la grancassa mediatica ha superato ogni confine, rappresenta un valore, è una sorta di “moral suasion” che solo i grandi possono permettersi.

«Abbiamo scelto – commenta Gianmarco Laviola, amministratore delegato di Princes in Italia – di partecipare attivamente alla promozione e al conseguimento di una maggiore sostenibilità sociale della filiera del pomodoro nel nostro Paese e, a livello europeo, invitiamo tutti gli stakeholder del settore ad approfondire la propria conoscenza delle problematiche del lavoro esistenti nell’agricoltura italiana. Ciascun anello della catena di distribuzione, che si tratti di un rivenditore, produttore o coltivatore, ha un ruolo fondamentale nello stimolare un cambiamento positivo e assicurare un futuro sostenibile per l’industria del pomodoro nel lungo periodo. Questo ruolo deve essere compreso da tutti i soggetti coinvolti».

Lo stabilimento di Princes a borgo Incoronata trasforma 300mila tonnellate di pomodoro, confezionato e venduto in tutta Europa, circa il 10% dell’intero raccolto in Capitanata. E’ uno dei più grandi impianti conservieri del continente, con una capacità produttiva che sfiora le 500mila tonnellate. In provincia di Foggia l’impianto è attivo dal 2009, prima con il marchio “Ar” del gruppo campano di Antonino Russo, poi dal 2011 direttamente condotto dalla catena industriale inglese. Un grande impianto industriale che nella stagione di produzione del pomodoro (luglio-settembre) occupa fino a mille dipendenti stagionali e 150 lavoratori (fissi) nell’adiacente fabbrica di scatole dove vengono confezionati i pomodori.
L’innalzamento del livello di certificazione comporterà per le aziende partner di Princes una certificazione suppletiva: attualmente – informa una nota del gruppo inglese – il “Global G.A.P” è il principale standard di qualità a livello mondiale che garantisce l’adozione delle migliori pratiche nel settore agricolo. Il “GRASP”, invece, è un modulo a disposizione delle aziende agricole da compilare su base volontaria, sviluppato al fine di valutarne l’attuazione di buone pratiche a livello sociale, in termini di salute, sicurezza e welfare, contratti, salari e libertà di rappresentanza per i lavoratori.

«I dati sulle certificazioni che abbiamo presentato – riferisce Princes – sono il risultato di capacità consolidate negli ultimi anni, grazie ad attività come lo svolgimento di ispezioni sul campo, il supporto ai coltivatori attraverso una formazione costante e la promozione di eventi di sensibilizzazione in materia di lavoro etico presso il nostro sito di Foggia, con il sostegno di molti dei nostri clienti e di enti come l’Ethical Trading Initiative. Molti dei nostri fornitori – conclude Princes – sono degli esempi di eccellenza etica e rappresentano un riferimento per il settore, mostrando un approccio costruttivo ed efficace alla gestione del lavoro in grado di generare valore per l’intera supply chain. Continueremo a impegnarci al massimo delle nostre possibilità in questa direzione, sia internamente all’Azienda sia collaborando con clienti e partner. Siamo soddisfatti dei progressi ottenuti, ma non intendiamo certo fermarci qui».

fonte. Gazzetta del mezzoggiorno
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