Mafia Mattinata, tocca al nuovo commissario D’Introno scovare il marcio

Toccherà ad Antonio D’Introno dirigere il commissariato di Manfredonia da inizio 2018. L’attuale numero uno della Digos di Foggia si trasferirà in riv

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Toccherà ad Antonio D’Introno dirigere il commissariato di Manfredonia da inizio 2018. L’attuale numero uno della Digos di Foggia si trasferirà in riva al golfo dal prossimo 1 novembre per ricoprire l’incarico di vice dirigente dopo le recenti disposizioni del Dipartimento Pubblica Sicurezza. Giusto pochi mesi prima di rimpiazzare Agostino De Paolis (che si appresta ad andare in pensione, ndr) sullo scranno più alto del commissariato. In vista del delicato ruolo che andrà ad occupare, D’Introno dovrà prima affrontare il corso di alta formazione dirigenziale. Il commissariato di Manfredonia, infatti, essendo appunto “dirigenziale”, può essere guidato solo da un primo dirigente che corrisponde – per intenderci – al grado di colonnello. Dettagli.

Ad essere rilevante è la poltrona che D’Introno si appresta ad occupare. Il commissariato, infatti, è competente anche sul territorio di Mattinata dove da maggio scorso è attiva la commissione d’accesso agli atti per presunte infiltrazioni criminali in Comune. D’Introno, però, in qualità di dirigente Digos, conosce bene le dinamiche nella “farfalla del Gargano”. Fu lui tra coloro che effettuarono approfondimenti e accertamenti dopo le segnalazioni alla Prefettura che parlavano di condizionamenti nella macchina amministrativa. Il nuovo dirigente potrà ora approfondire meglio gli aspetti inerenti la mafia su tutto il territorio garganico. Anche alla luce dei condizionamenti comprovati a Monte Sant’Angelo e che potrebbero riguardare altri comuni.

La speranza è anche quella che D’Introno possa dare nuova linfa al commissariato dopo alcuni episodi che ne hanno minato la tranquillità. In particolare quello riguardante l’ispettore Bartolomeo D’Apolito, già sotto inchiesta e di recente trasferito a Cerignola. Su D’Apolito peserebbe soprattutto l’intercettazione nella quale, registrato a sua insaputa dal sindaco di Mattinata durante una conversazione, parlò di cene politiche nella masseria di un boss, gettando ombre anche sul mondo della Magistratura.

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