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Non possiamo più accontentarci di una pastorale di conservazione: occorre una pastorale missionaria con i tratti di una “Chiesa in uscita”, come richiama Papa Francesco. Dobbiamo farci avanti, intercettare quella parte di popolazione che si dimostra indifferente alla fede, che sembra aver chiuso ogni rapporto con la Chiesa. Si tratta di instaurare un dialogo basato su incontro e fratellanza. Di questo hanno bisogno le nostre terre: che le forze vive e buone della società procedano insieme>.
E’ la riflessione di mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, a fronte dei gravi fatti di sangue verificatisi nelle campagne di San Marco in Lamis. Il presule sipontino lancia un forte richiamo alle istituzioni e alla stessa Chiesa per <un’azione decisa e coraggiosa per il futuro della nostra gente>.
Nella dichiarazione rilasciata al Servizio informazione religiosa, mons. Castoro evidenzia come <l’episodio di ieri dimostra un’altra volta che la violenza non riguarda solo poche famiglie impegnate in una faida atavica, una vera e propria guerra attorno a interessi economici illeciti, droga, malaffare. Dev’essere chiaro che questa criminalità non guarda in faccia a nessuno: essa attraversa la nostra società, colpisce tutto il territorio, producendo solo male e ulteriore odio. Così il Gargano, la “montagna sacra” che ospita il santuario di San Michele Arcangelo e quello dedicato a San Pio, vede scorrere sangue dappertutto. Per questo non possiamo arrenderci>.
Cosa fare? <Lo Stato, le istituzioni, le forze dell’ordine sono presenti e attivi. Magari lo potrebbero essere anche in forme più visibili ed efficaci, in modo da rassicurare la realtà locale. Ma di certo qui ognuno cerca di fare responsabilmente la propria parte. C’è una realtà viva, fatta di lavoro, di volontariato, di fede, che va sostenuta e affiancata. Bisogna portare nella società i valori del vangelo: il perdono, la misericordia, la giustizia, la pace. La Buona Notizia deve percorrere le strade delle nostre città con la testimonianza di cristiani autentici e credibili, aperti al dialogo, costruttivi. Perché nel Vangelo troviamo insegnamenti condivisibili che hanno anche valore civile. Come diceva don Bosco: non si può essere buoni cristiani se non si è onesti cittadinI>.
Mic. Ap.
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