Bindi: «Nel foggiano necessarie

«In questa provincia anche a causa della vastità territoriale, le mafie hanno attecchito nel tessuto sociale ed ognuna con caratteristiche proprie ben

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«In questa provincia anche a causa della vastità territoriale, le mafie hanno attecchito nel tessuto sociale ed ognuna con caratteristiche proprie ben definite. Mi impressiona la capacità del fenomeno mafioso foggiano di relazionarsi con la criminalità comune».

A dichiararlo, nel corso di un incontro con i giornalisti, è la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, a Foggia per prendere parte ad una serie di audizioni con i protagonisti della lotta alla mafia e alla delinquenza comune.

«Mentre in altre realtà la criminalità mafiosa si sente quasi disturbata dalla criminalità comune e la tiene sotto controllo diventando in qualche modo rassicurante nei confronti dei cittadini – ha proseguito Bindi – le mafie foggiane alimentano la criminalità comune, la sostengono, se ne servono, la usano si fanno finanziare, se necessario. Non si spiegherebbe altrimenti l’altissimo tasso di furti, estorsioni, incendi, assalti a portavalori».

«La provincia di Foggia richiede una rilettura dei propri organici (delle forze di polizia, ndr), sia in termini qualitativi che quantitativi, compreso l’innesto di forze nuove. Qui oltre a pensare ai numeri bisogna pensare alle specializzazioni per saper leggere realtà come queste che hanno una loro tipicità». Lo ha detto nel corso di un incontro con i giornalisti, la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, a Foggia per prendere parte ad una serie di audizioni con i protagonisti della lotta alla mafia e alla delinquenza comune.

Alla domanda di un giornalista sulla possibilità che vi possa essere una sorta di «federazione» tra le varie mafie esistenti in Capitanata, Rosy Bindi e il prefetto di Foggia, Maria Tirone sono concordi nell’affermare che «quando non si fanno la guerra tra di loro, una federazione di fatto esiste già. Al momento non ci sono riscontri, certo che l’operazione «Coast to Coast» che sul traffico di droga dall’Albania ha visto una unione di garganici, sanseveresi e cerignolani, rappresenta una spia di come si stanno muovendo le alleanze. Non si esclude pertanto che nell’ambito del traffico della droga si possano creare delle federazioni mafiose».

Del problema immigrazione e situazione emergenziale vissuta nel Gran Ghetto di Rignano Garganico ha parlato l’onorevole Davide Mattiello che ha sottolineato che «bacchette magiche non ne esistono, la situazione immigrazione va affrontata sia sul piano delle norme che regolano l’accoglienza sia su quelle norme che regolano il mercato del lavoro e quindi, un incontro tra domanda e offerta».

«Ma va sottolineata anche – ha aggiunto – l’importanza delle norme repressive, ovvero il decreto 603 bis del codice penale». «E’ chiaro – ha sottolineato Mattiello – che se esiste il caporale è perché c’è un sistema che chiama il caporale».

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