Torna a far discutere la società in house dell’Asl di Foggia. Il buco paventato di 40 milioni di euro (sanzioni per Iva non versata) generato dalla
Torna a far discutere la società in house dell’Asl di Foggia. Il buco paventato di 40 milioni di euro (sanzioni per Iva non versata) generato dalla Sanitaservice, messo in evidenza dalla Guardia di finanza, preoccupa i vertici di Viale Fortore. Il direttore generale, Vito Piazzolla, ha già chiesto un parere pro veritate all’Università di Bari. La Regione sta lavorando già al “piano B”, quello della creazione di una società unica che possa tenere in pancia tutte le realtà provinciali. Questa tesi, tuttavia, è osteggiata da una parte dei sindacati per via dei dubbi sulle modalità di passaggio del personale da una società all’altra e sugli esiti del parere del Garante per la concorrenza (non proprio scontati).
Per il direttore del dipartimento Politiche della salute, Giancarlo Ruscitti, “nelle prossime settimane ci sarà un confronto con l’Agenzia delle entrate e, se dovessero dar torto alla società in house, saremmo comunque tranquilli perché le somme sono già state accantonate”. “Più in generale sul sistema delle Sanitaservice, che alle Asl forniscono ausiliari ed addetti alle pulizie, oltre che personale del 118 come nel caso di Foggia, – è stato spiegato – è in atto uno studio per valutare l’impatto di ‘una serie di sentenze che porterebbero a non poterle utilizzare in alcuni servizi, in maniera esclusiva e senza gara’. Ad oggi – ha precisato Ruscitti – stiamo valutando le decisione insieme ad gruppo di esperti per comprendere come ed in quale misura utilizzare le Sanitaservice. Una delle ipotesi al vaglio è la fusione delle sei società ed il presidente della giunta regionale pugliese, Michele Emiliano – ha concluso Ruscitti – ha chiesto pareri legali per comprendere se la strada sia o meno percorribile”.
Con una delibera di Giunta si era dato mandato per lo studio della società unica regionale. In commissione sanità, invece, sono stati auditi i direttori generali delle aziende sanitarie e gli amministratori delle società controllate. “Non riusciamo a fare assunzioni e a far partire servizi anche per questo – ha spiegato il consigliere Giannicola De Leonardis -. Il caso dell’anomalia della Sanitaservice foggiana rispetto alle altre pugliesi, in merito all’Iva non versata per lo svolgimento di alcuni servizi peculiari rientranti nelle attività previste, era già emerso con chiarezza lo scorso anno, durante le audizioni in III Commissione proprio inerenti l’operato delle Sanitaservice. Ed era stato sottoposto all’attenzione dell’assessorato alla Sanità e dell’esecutivo anche e soprattutto nella relazione finale elaborata dalla Commissione, che non ha sortito effetto alcuno fino alla verifica fiscale della Guardia di finanza, la quale per il solo 2011 ha contestato un mancato versamento di 4,3 milioni di euro, e adesso sta verificando anche i bilanci degli anni successivi al 2016: e se le contestazioni si rivelassero fondate, per le casse dell’ASL e della Regione Puglia si verrebbe a determinare un ulteriore deficit di 40 milioni di euro, considerando anche sanzioni e interessi”.
“Una situazione – ha continuato il componente della commissione sanità – che andava quindi affrontata e chiarita ben prima e a ogni livello, perché o ha ragione Sanitaservice Foggia, e in quel caso sono le altre Sanitaservice ad aver sperperato somme ingenti che potevano essere risparmiate e destinate ad altro; oppure sono i manager della Sanitaservice foggiana ad avere agito con eccessiva disinvoltura, producendo un danno destinato a incidere profondamente nei già disastrati conti della sanità pubblica pugliese. L’inerzia dell’esecutivo regionale adesso, alla luce degli accertamenti in corso, non ha più alcuna giustificazione. E va affrontato e finalmente risolto il nodo centrale che più volte ho vanamente segnalato, la necessità di un’unica disciplina e di una sostanziale omogeneità delle Sanitaservice, che dalla loro nascita hanno agito e continuano ad agire ognuna secondo propri criteri e regole, ben differenti da altre che pure dovrebbero essere analoghe e uniformi. È l’ennesima sconfitta del nuovo modello di sanità vendoliano rivelatosi fallimentare, che ha impegnato risorse e bloccato nuove, necessarie assunzioni di personale qualificato dando il via libera invece a ingressi discrezionali e incontrollati con la formula dell’intuitu personae o attraverso filtri opinabili. Un sistema che piuttosto che semplificare ha alimentato confusione e disparità, che sono oggi evidenti ben oltre qualsiasi previsione e immaginazione”.
Di diverso avviso uno dei sindacati che sin dall’inizio hanno sostenuto la battaglia per le internalizzazioni. “Da un paio di mesi si parla di questa società unica – ha spiegato Santo Mangia, coordinatore dell’Usb -, anche perché il decreto Madia ha rafforzato l’idea delle realtà in house. Ma siamo contrari ad una nuova società regionale, per via del potenziale trabocchetto. Non ci sono infatti garanzie sul passaggio del personale da una realtà all’altra, sull’approvazione della delibera di Giunta da parte del garante della concorrenza e del business plan alla Corte dei conti. Per di più, la questione dell’Iva sui servizi di ausiliario e 118 è già stata affrontata in passato, facendo riferimento ad una norma che consentiva di non pagare l’imposta per il personale che aveva un approccio diretto con il malato”.
Un altro aspetto sul quale le Fiamme gialle stanno prestando particolare attenzione riguarda le note di credito: “Ulteriore elemento che fa insorgere dubbi sulla natura commerciali delle di credito è che nell’anno 2013, nel riconfermare l’incarico all’amministratore unico, oltre a prevedere per il suo incarico un compenso fisso mensile, è stato previsto, a partire da quell’anno, anche un compenso del 5% sui redditi della Sanitaservice, coincidendo con l’anno in cui non risultano più effettuate note di credito”. La cifra, tuttavia, non sarebbe molto rilevante, perché ricavata dagli utili netti dell’azienda che in uno degli ultimi bilanci presentati è di circa 32mila euro. L’amministratore unico di Sanitaservice, Antonio Di Biase, in carica dal 2007, parteciperebbe dunque agli utili generati dalla società. Il suo incarico è scaduto ed è in proroga in attesa dell’eventuale nuova nomina.
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