Trivelle. "Fronte democratico" interroga il Ministro Calenda

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“I deputati che aderiscono a “Fronte democratico”, l’associazione di tendenza che sostiene Michele Emiliano nella corsa alla Segreteria nazionale del PD, interrogano il Ministro Calenda sull’ultimo DM che di fatto consentirebbe alle compagnie petrolifere la possibilità di modificare il programma di sviluppo previsto al momento del rilascio di una concessione e recuperare le riserve esistenti anche entro le 12 miglia”. Lo rende noto il primo firmatario (tra gli altri, anche la deputata foggiana Colomba Mongiello),  il deputato dem Dario Ginefra che aggiunge: “Questo DM nei fatti comporterebbe una retromarcia rispetto alle misure adottate dal Governo prima del referendum sulle trivelle del 17 aprile scorso”. Chiediamo al Ministro Calenda conclude Ginefra: “Quali siano state le valutazioni che lo hanno indotto a perseguire tale scelta, se non ritenga opportuno un repentino ritiro di detta misura in ossequio ai limiti di legge in materia estrattiva, se siano stati valutati i profili di costituzionalità di tale DM, se non ritenga opportuno avviare in seno alle Commissioni parlamentari competenti e nella Conferenza Stato-Regioni un’ampia consultazione anche al fine di recepire gli indirizzi del legislatore e degli attori locali”.
IL TESTO
Interrogazione a risposta in Commissione
Al Ministro dello sviluppo economico
Per sapere
premesso che:
– il 3 aprile scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto del Ministro dello
sviluppo economico 7 dicembre 2016, recante il “Disciplinare tipo per il rilascio e
l’;esercizio dei titoli minerari per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi
e gassosi in terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale”;
– in particolare, l’articolo 15 del citato decreto consentirebbe, di fatto, alle compagnie
petrolifere non solo di terminare un progetto, ma persino di modificare il programma di
sviluppo previsto al momento del rilascio di una concessione e recuperare le riserve
esistenti anche entro le 12 miglia;
– tale articolo appare essere in contrasto con il dettato dell’articolo 1, comma 239, della
legge 28 dicembre 2015, n. 208, che dispone il divieto di ricerca, prospezione e
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi all’interno del perimetro delle aree marine e
costiere protette e nelle zone di mare poste entro 12 miglia dalle linee di costa, fatti salvi i
titoli abilitativi già rilasciati per la durata di vita utile del giacimento e comunque nel
rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale;
– in tal modo, inoltre, sarebbero vanificati anche gli obiettivi al 2030 di Winter package e
di rispetto degli accordi di Parigi, proseguendo con la corsa alle energie fossili-:
quali siano state le valutazioni che hanno determinato la scelta di adottare le misure di
cui all’articolo 15 del decreto ministeriale 7 dicembre 2016;
se non ritenga opportuna una modifica del citato decreto finalizzata a garantire il rispetto
di quanto disposto all’articolo 1, comma 239, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, in
materia estrattiva;
se non ritenga necessario avviare in seno alle Commissioni parlamentari competenti e
nella Conferenza Stato-Regioni un’ampia consultazione anche al fine di recepire gli
indirizzi del legislatore e degli attori locali.
Ginefra, Boccia, Castricone, Chaouki, Grassi, Marroni, Mongiello, Pelillo, Taranto,
Valiante

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