LA RISERVETTA DEMOLITA

superstite di quella antica laguna - Life zone umide sipontine - piccole attività contadine - E’ stato buttato giù tutto - L’affermazione della legal

Mercato 2 giugno posticipato a mercoledì 3.06
Nascita dell’Associazione Ristorazione Puglia
Report attività Polizia Municipale

superstite di quella antica laguna – Life zone umide sipontine – piccole attività contadine – E’ stato buttato giù tutto – L’affermazione della legalità – il resto dell’area sipontina – tantissimi verbali di contestazione edilizia – gravano vincoli archeologici, paesaggistici, ambientali>>

  La chiamano “Riservetta” perché con i suoi 40 ettari è una piccola parte della riserva ben più estesa, circa 500 ettari, costituente la <zona umida sipontina> che ha nell’Oasi Lago Salso il suo lussureggiante epicentro. E’ l’ultimo lembo superstite di quella antica laguna che lambiva la stessa Foggia.    La “Riservetta” è balzata prepotentemente alla ribalta della cronaca per via delle demolizioni ordinate ed eseguite, nell’ambito degli interventi previsti dal progetto “Life zone umide sipontine” coordinato dalla Regione Puglia, con il coinvolgimento del Consorzio di bonifica per la Capitanata, Centro sudi naturalistici e Oasi Lago Salso. Un’area demaniale di proprietà del Consorzio di bonifica e rientrante nel Parco nazionale del Gargano. Per secoli è rimasta abbandonata e ignorata fino all’intervento di Life.    Nell’ultimo cinquantennio quella Riservetta è stata interessata da piccole attività contadine da parte di coltivatori per lo più disoccupati che hanno eseguito, su limitati appezzamenti di terreno, delle vere opere di bonifica impiantando orti, radi uliveti, allevando galline. <Tutto ad uso familiare> precisano quei coloni che precisano di aver <agito in buona fede e senza che mai nessuno ci è venuto a contestare qualcosa>. E’ pur vero che c’è stato qualcuno che è andato oltre costruendo dei manufatti in muratura sia pure ad uso agricolo. Ma la gran parte ha messo su delle piccole baracche rabberciate alle men peggio per il ricovero delle galline e di quei pochi attrezzi per coltivare gli orti. Fino a quando a fine gennaio sono intervenuti in forze polizia, carabinieri, Guardia di finanza, vigili urbani, Asl e guardie campestri. E’ stato buttato giù tutto. Anche il pollaio. E’ stato concesso l’utilizzo di piccoli spazi a giorno e senza copertura per le galline e gli attrezzi agricoli.    l’Assessore alla Pianificazione Territoriale Anna Maria Curcuruto ha tenuto a rilevare come <L’affermazione della legalità, che con ostinazione viene sostenuta a Manfredonia, oltre ad essere un forte messaggio per l’intera comunità pugliese, consentirà di portare a compimento l’azione C2 del progetto LIFE Zone Umide Sipontine. Proseguiamo fermamente nella nostra azione – ha aggiunto – nella consapevolezza di dover garantire la tutela e la conoscenza di questi ecosistemi fondamentali per la conservazione della biodiversità>.    Indubbiamente belle parole, lodevoli intenzioni e opportuni interventi che andrebbero riversati anche per tutto il resto dell’area sipontina, nota come ormai ex “paludi sipontine”, divenuta regno incontrastato dell’abusivismo edilizio come attestano i tantissimi verbali di contestazione edilizia elevati dalle varie forze dell’ordine che sono rimasti evidentemente nei cassetti delle varie scrivanie dal momento che quelle costruzioni abusive, a dispetto della proclamata <affermazione della legalità con ostinazione sostenuta a Manfredonia> (??), sono rimaste dov’erano, non solo ma se ne sono aggiunte molte altre e continuano a proliferare.      Una situazione paradossale, assurda in un contesto a ridosso del mare, sul quale gravano vincoli archeologici, paesaggistici, ambientali. Qui non c’entra <la consapevolezza di dover garantire la tutela e la conoscenza di questi ecosistemi fondamentali> proclamata dalla Curcuruto?    Una situazione incresciosa che va affrontata senza altri indugi e con le dovute considerazioni di carattere ambientale, economico e sociale.

Michele Apollonio
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