TURISMO CROCIERISTICO UNA CHIMERA

non c’era nessuno - grave handicap nelle strutture -  realizzazione di un terminal crocieristico - un “mondo” sommerso - stato di abbandono inconcepi

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non c’era nessuno – grave handicap nelle strutture –  realizzazione di un terminal crocieristico – un “mondo” sommerso – stato di abbandono inconcepibile – di questa portualità non rimarrà>>

  Nei giorni scorsi si è tenuta a Brindisi una convention per promuovere il turismo crocieristico e dunque programmare iniziative per creare una filiera capace di rappresentare un ulteriore motivo di attrazione in un settore che va riprendendo quota. Di Manfredonia, manco a dirlo, non c’era nessuno. Anche se si sta cercando di inserire lo scalo marittimo sipontino in questo circuito. La conferma viene dal manager dell’Agenzia marittima “Galli”, Vincenzo Prencipe, che ha recentemente portato navi crocieristiche a Vieste e Manfredonia.    <L’impegno dell’agenzia Galli – rileva – è quello di aprire a questo settore all’insegna del brand Gargano, grande attrattore internazionale per le sue rinomate bellezze naturali e paesaggistiche che hanno grande appeal sui turisti esteri. Una chance notevole che ha purtroppo un grave handicap nelle strutture marittime di accoglienza. Si ricorderà – richiama Prencipe – che a Vieste la nave rimase in rada, mentre a Manfredonia si è dovuto ricorrere all’attracco al porto industriale dopo che anche qui un’altra nave crocieristica è dovuta rimanere in rada, i turisti trasportati a terra con le scialuppe. Non è così che possiamo affrontare il turismo e alla lunga saremo tagliati fuori>.    E’ paradossale come Manfredonia con un potenziale portuale vario e importante, non riesca a fare entrare in porto una nave da crociera ed accogliere decentemente gli ospiti. Eppure di turismo crocieristico se ne parla da anni. C’è anche stato un momento in cui pareva che si potesse realizzare. Chi non ricorda il commissario all’Autorità portuale annunciare la realizzazione di un terminal crocieristico sul molo di ponente, un annuncio ripetuto in tutte le altre occasioni in cui si è parlato di portualità ma che mai ha avuto un seguito operativo. Ma c’è di più e di peggio.    In tanti si sono chiesti come mai la nave da crociera Berlin, tra anni fa riuscì ad ormeggiare al molo di ponente del porto storico, e questa volta, il 16 ottobre scorso, no. La risposta l’abbiamo chiesta a chi opera in quel porto che si apre sotto le mura della città. Una risposta a dir poco raccapricciante. Non si tratta infatti solo dei fondali ridotti a 5,40 metri dai sette potenziali per via dell’insabbiamento mai rimosso sono oltre mezzo secolo. Ma oltre alla sabbia c’è ben dell’altro. Secondo chi quel bacino lo percorre in lungo e in largo, sotto, adagiati sul fondale ci sarebbero almeno tre pescherecci, alcune automobili, un treruote, barchini vari e naturalmente una vasta gamma di cavi, bombole, cassonetti dei rifiuti ASE, batterie e così via. Insomma un “mondo” sommerso che nessuno si è mai sognato di toccare. E si che poi le navi non possono entrare in porto e manovrare.    Uno stato di abbandono inconcepibile. Con il beneplacito (leggi menefreghismo) delle autorità cittadine che vogliono <il bene della città>. Quel che occorreva ed occorre, è il dragaggio del bacino che l’Autority portuale avrebbe potuto e dovuto avere come priorità ma che ha ignorato. Abbandono che investe anche il porto industriale, il “molo alti fondali” del quale è rimasto solo il nome. Gli undici metri di profondità si sono ormai ridotti a poco più di nove metri per mancanza del dragaggio. Ma anche la struttura è ridotta male. I 1.900 pali in acciaio coibentato che reggono la passerella (900) e le banchine di ormeggio (1.000), presentano evidenti segni di deterioramento per la mancanza del necessario supporto fotovoltaico. Insomma se non si decidono interventi urgenti e drastici, di questa portualità non rimarrà che una cartolina sbiadita.

Michele Apollonio
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