”L'uomo e l'ambiente per una nuova ecologia nell’enciclica “Laudato Sii”

La scuola di formazione all’impegno socio-politico voluta dall’Arcidiocesi di Manfredonia–Vieste-San Giovanni Rotondo attraverso l’Ufficio di Pastoral

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La scuola di formazione all’impegno socio-politico voluta dall’Arcidiocesi di Manfredonia–Vieste-San Giovanni Rotondo attraverso l’Ufficio di Pastorale Sociale e del mondo del lavoro e del Progetto Policoro Diocesano, in collaborazione con il circolo Acli di Manfredonia si inserisce in un itinerario formativo ormai annuale, su diversi fronti, che dice tutto l’interesse e l’attenzione verso varie problematiche.

La scuola è aperta a tutti, in particolar modo ai giovani del triennio delle scuole superiore, studenti universitari, operatori pastorali, docenti tutti, politici, iscritti a partiti e movimenti, cittadini.

Dieci incontri da 2 ore, con la prima ora dedicata all’intervento del docente e la seconda ad una discussione divisi in gruppi sul tema e provocazioni.

Più una giornata finale di 4 ore di verifica e conclusioni.

Il tutto presso l’Auditorium “Valentino Vailati” – Via Arcivescovado 14 (Manfredonia) dalle ore 19.00 alle 21:00 dei giorni prestabiliti.

Ieri 8 marzo, si è tenuto il sesto incontro ”L’uomo e l’ambiente per una nuova ecologia

nell’enciclica “Laudato Sii” con il dott.  Massimiliano Arena, Ufficio per la Pastorale Sociale dell’Arcidiocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo e Francesco De Feudis, Amministratore Unico “A.S.E. SpA ” Manfredonia.

Il dott. Arena con le slide ha spiegato l’enciclica, specificando innanzitutto che è differente dalle altre, in altre parole dove c’è il problema, bisogna chiedersi cosa dice la Scrittura e la tradizione per aiutare a capire e leggere il problema e risolverlo con soluzioni pratiche.

Ribadisce che non è un’enciclica ecologica, ma sociale, che parla di beni comuni, noi siamo abituati a riconoscere solo beni privati e beni pubblici, per capire bene il senso il dott. Arena ha raccontato la FAVOLA DELL’ASINO (San Bernardino da Siena).

Per rafforzare il concetto di bene comune è stato letto anche il passo di Jacques Maritian, la persona e il bene comune, Morcelliana, 1978, p. 36 “Interscambio, comunione, apertura. No anarchia, chiusura, personalismo.

“C’è un bene pubblico- il buon andamento dell’alveare- non c’è bene comune, vale a dire ricevuto e comunicato,presso le api. Così il fine della società non è il bene individuale né la collezione dei beni individuali di ognuna delle persone che la costituiscono. Una simile formula dissolverebbe la scelta come tale a beneficio delle sue parti: essa ritornerebbe o ad una concezione apertamente anarchica, o alla vecchia concezione anarchica larvata del materialismo individualista, secondo al quale tutto il dovere della città è di vegliare al rispetto della libertà di ognuno, mediante cui i forti opprimono liberamente i deboli”.

L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti. Se non lo facciamo, ci carichiamo sulla coscienza il peso di negare l’esistenza degli altri. Per questo i Vescovi della Nuova Zelanda si sono chiesti che cosa significa il comandamento “non uccidere” quando «un venti per cento della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere»

Il Signore Dio stesso prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.

La sequenza delle slide è terminata con “educazione e spiritualità ecologica”

Ricucire la ferita del rapporto uomo-ambiente; Educazione ambientale (Istituzioni, scuola, parrocchie) non teoriche ma con impegni pratici. Cittadinanza ecologica a partire da motivazioni personali; Andare verso una “conversione ecologica”, avere amore e fede nel creato che è un dono per me; Amore civile e politico; Innescare processi di cambiamento, di “gioia e pace” che liberano da conflitti sociali.

Il dott. De Feudis ha preso la parola e fatta sua l’enciclica di Papa Francesco, dicendo che questa non detta le regole del gioco, ma lancia dei messaggi forti, chiari ed inequivocabili da seguire, invita dunque la cittadinanza a contribuire a questa svolta “epocale”, dove ognuno di noi deve fare la sua parte attiva.

Prossimo appuntamento con il dott. Arena, 5 aprile.

Francesca Finizio

 
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