La vita e l’opera di Dante, hanno avuto un’influenza determinante sulla costruzione dell’ identità italiana, ed in generale, sulla cultura moderna. C
La vita e l’opera di Dante, hanno avuto un’influenza determinante sulla costruzione dell’ identità italiana, ed in generale, sulla cultura moderna. Come non sottolineare che, alla di lui figura, Papa Benedetto XV, dedicò l’enciclica in “Praeclara Summorum”, firmata il 30 aprile 1921? Numerosissimi scrittori ed intellettuali , hanno utilizzato e continuano ad utilizzare, la Commedia e le altre opere dantesche, come fonte di ispirazione tematica, linguistica ed espressiva. Il sommo poeta, resta, senza ombra di dubbio, uno dei più presenti nella cultura italiana e mondiale. Molti, tra i più severi studiosi del Medioevo e della cultura medievale, hanno parlato di “ Miracolo dantesco.” Definizione riconducibile soprattutto al suo capolavoro, la “ Divina Commedia”, quale tra le più alte opere di poesia che siano mai state scritte in tutti i tempi, nonché la prima grande, grandissima opera letteraria scritta in una lingua europea moderna, che assolve alla funzione di tramite del Medioevo con la Modernità. Il Novecento e questo primo quindicennio del Terzo Millennio, hanno conosciuto un’imponente influenza della Commedia anche sull’immaginario degli artisti, che hanno spesso assunto l’opera di Dante come fonte di citazioni preziose ed immagini evocative, ma anche come vero e proprio paradigma nel quale rispecchiare i traumi e le aspirazioni dell’età contemporanea. Pertanto, l’obiettivo di questa ricerca didattica e conferenza, in una luce molto originale ,sarà quello di cogliere ed indicare le riscritture di tutti quei personaggi, luoghi o situazioni della Commedia, all’interno delle canzoni d’autore di oggi, in modo da incuriosire, e quindi, accostare così i più giovani, alla lettura del classico italiano, attraverso il codice espressivo musicale, spiegando le ragioni per le quali, un autore così lontano da noi, continui ad ispirare artisti contemporanei. La qual cosa, ne siamo certi, compiacerebbe allo stesso Dante, che, a detta dei suoi più antichi biografi, a cominciare dal Boccaccio, nutriva un amore incondizionato per la musica: e non poteva essere altrimenti per un poeta vero, sensibilissimo al bello, che aveva l’animo aperto ad ogni espressione e ad ogni soffio di vita. Nell’ opera sua massima, si può rilevare l’elevato concetto che egli nutrisse nei confronti dell’arte dei suoni, proprio dalla nobiltà dei compiti che assegnava alla musica. Eugenio Montale, nel 1965, in occasione del settimo centenario per la nascita di Dante, dichiarò: “ Resta quasi inspiegabile alla nostra moderna cecità il fatto che, quanto più il suo mondo si allontana da noi, tanto più si accresce la nostra volontà di conoscerlo e farlo conoscere anche a chi è più cieco di noi.”
Giulia Rita D’ Onofrio e Francesca Finizio: Ufficio Stampa “ Premio Internazionale di Cultura Re Manfredi “.
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