Made of Limestone, il documentario sulla fuga di cervelli costato 23 euro

Generazione 20-30. Partire o restare? Ingrossare le fila della disoccupazione giovanile o quella dei cervelli in fuga? E poi? Tornare? Se sì, quando?

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Gargano, Italia – Marco Nasuto ha 25 anni è laureato in ingegneria aerospaziale all’Università Sapienza di Roma con una tesi supervisionata dall’astronauta ESA Colonnello Roberto Vittori. Ha da poco conseguito un MSc in Aerospace Engineering presso la Università di Manchester.

Andrea Nasuto ha 23 anni, è laureato in International Economics and Finance presso l’Università Bocconi. Ha studiato alla IESE Business School, University of Toronto, University of Waterloo (Canada). Ha avuto esperienze lavorative nel Regno Unito e in Canada. Nel 2014 è stato selezionato come Eccellenza nel digitale in Italia da Google e dal Ministero dello Sviluppo Economico. Da 19 anni si occupa di imprenditoria nel digitale e nel mobile.

Sono loro, Andrea e Marco, ad aver realizzato all’età di 21 e 23 anni Made of Limestone, il documentario low budget (è costato 23 euro) sugli under 30 italiani che vivono low budget ma con aspirazioni e sensibilità internazionali.

I due ragazzi pugliesi hanno incassato persino l’endorsement di Roberto Saviano che, entusiasta del documentario, lo ha definito “bellissimo” e in una lunga chiacchierata privata “una delle migliori cose che abbia mai visto sul racconto del sud Italia”.

Abbiamo chiesto agli autori di Made of Limestone di raccontarci la loro avventura.

Com’è cambiata la vostra vita a un anno dal doc?

«Realizzare Made of Limestone ci ha dato molta libertà interiore. È nato un po’ per gioco, nel senso che lo abbiamo voluto realizzare con quella libertà tipica del giocare. Ci siamo resi conto che si può anche improvvisare con la fotocamera ma non si può improvvisare il pensiero. Ci siamo arricchiti di dubbi, sviluppando una naturale “simpatia” per chi è genuinamente dubbioso, per chi vuole scavare più a fondo, analizzare la realtà. Crediamo che la sfida più grande di un documentario sia relazionare il proprio modo di sentire, vedere qualcosa, ai tanti, vari modi di sentire e vedere la stessa cosa. L’originalità del prodotto nasce da questo “doppio sguardo”. Serve coraggio e self control. Coraggio perché devi avere una forma mentis per la ricerca, metterti in discussione, interessarti di tantissime cose, mescolare dati, paper scientifici con racconti. Self control, perché senza disciplina ci si perde».

In un commento sul vostro canale YouTube lo definite un documentario low low budget.

«Produrre quello che è visualizzabile su Youtube è costato letteralmente €23, il costo del cavalletto. Sappiamo che il 99% delle persone non ci crede, ma è cosi. La fotocamera è stata un prestito di un nostro parente. È tutto filmato senza un microfono esterno. Il box di registrazione per le voci fuoricampo è avanzatissimo ed è fatto con una coperta che avvolge il computer e chi parla. Una sfida enorme è stata la distribuzione.

Abbiamo provato ad applicare quello che avevamo imparato in altri settori, con un approccio “just do it”. Noi continuiamo a sentirci degli “ospiti” del mondo dei film maker e registi. Chissà, forse è questa la nostra forza. E la nostra debolezza».

Come si fa a entrare in contatto con un uomo sotto scorta perenne (ovvero Roberto Saviano)?

«Nello stesso modo in cui abbiamo contattato te: essendo tenaci! Ma senza dimenticare una componente fondamentale: una dose di culo (ehm, fortuna). Roberto ci ha dedicato delle bellissime parole in privato che rimangono nella nostra intimità. Molti ci chiedono: com’è Saviano? Ci piace rispondere: una persona di talento».

Che riflessioni sull’Italia vi ha portato, Made of Limestone? Intendo dire: avete cambiato opinione sull’Italia dopo che il doc è stato pubblicato?

«Un tentativo di risposta, anzi di risposte, è il nuovo progetto a cui stiamo lavorando».

Cosa dicono i vostri amici del doc?

«Molti sono entusiasti e sorpresi. Allo stesso tempo è spesso difficile far capire che Made of Limestone è un web-doc e non un generico video, come si è soliti contrassegnare i contenuti di Youtube. Il nostro documentario infatti non nasce in primo luogo per la TV o il cinema e successivamente si adatta al web. È molto diverso dal semplice caricare un documentario su una piattaforma video online. Ci auguriamo che nel tempo ci siano più Made of Limestone e che l’online video in Italia si possa muovere anche in queste direzione raggiungendo un pubblico più vasto e sconfinando in TV, sulla stessa linea del successo raggiunto in altri settori come l’entertainment (vedi The Jackal)».

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