Valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana che tuteli la qualità e l’identit
Valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana che tuteli la qualità e l’identità nazionale del prodotto: è l’obiettivo del progetto Gest.Imp.Esca avviato da Coldiretti ImpresaPesca che guarda al “miglioramento nella gestione dell’impresa pesca e recupero di aree naturali nelle marinerie pugliesi” (Misura 3.1 del F.E.P. – Fondo Europeo per la Pesca), offrendo un supporto che dia una svolta positiva a questo settore sia in termini ecologici che economici.
“La scarsa conoscenza delle specie ittiche – ha spiegato il Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele illustrando il progetto – ci impone di lavorare sulla promozione al grande pubblico delle eccellenze dei nostri mari. La Puglia riveste in tale direzione un ruolo di prim’ordine, soprattutto dal punto di vista del cosiddetto pesce povero che, oltre alle qualità nutrizionali e alle straordinarie caratteristiche organolettiche, gode di un rapporto qualità-prezzo a tutto vantaggio del consumatori”.
“La pesca e l’acquacoltura Comunitaria – rileva Cantele – non soddisfano i mercati dell’Unione e circa la metà dei consumi di pesce del Vecchio Continente dipendono delle importazioni”. “La Città metropolitana con il Laboratorio di biologia marina avrà il compito di coordinare i gruppi scientifici dell’Università degli studi di Bari in tutte le attività progettuali – ha detto il consigliere metropolitano delegato alla ‘Promozione e coordinamento dello sviluppo economicò, Antonio Stragapede – Il nostro obiettivo è quello di contribuire ad arricchire e rinnovare l’attività della pesca, da sempre una delle risorse più importanti della Puglia, attraverso le nostre competenze scientifiche ed idee innovative”.
Il settore – è stato sottolineato – soffre la concorrenza sleale del prodotto importato dall’estero e spacciato come italiano, soprattutto nella ristorazione, grazie all’assenza dell’obbligo di etichettatura dell’origine. La crisi quella del settore ittico, che si trascina da 30 anni – rileva il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – ha causato la perdita del 35% dei posti lavoro e la chiusura del 32% delle imprese, una “rotta persa” da tempo dal settore con una governance debole ed incapace di gestire una politica di ripresa”.
In Puglia il settore ha un valore economico pari all’1% del Pil regionale e arriva fino al 3,5% se si considera l’intero indotto, conta 1500 imbarcazioni, 5000 addetti, 10 impianti di acquacoltura e mitilicoltura. Le aree vocate sono prioritariamente Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi.
Il progetto comprende varie azioni e mira: alla registrazione della composizione quali-quantitativa del pesce catturato nell’area marina del Golfo di Manfredonia (FG), con lo scopo di verificare l’esistenza di habitat e/o periodi critici per le specie considerate; a operare una bonifica dagli attrezzi fantasma in due aree particolarmente sensibili: le Oasi di Ripopolamento di Ugento e di Gallipoli, in Provincia di Lecce; al miglioramento ambientale delle acque e dei sedimenti, mediante biopromotori, in due aree della laguna di Varano e di Lesina; alla realizzazione di un piano formativo aziendale finalizzato ad integrare formazione professionale e mondo del lavoro per l’acquisizione di competenze legate alla pesca; ad azioni per collegamenti in rete e scambi di esperienze e migliori pratiche tra le organizzazioni che promuovono le pari opportunità tra uomini e donne, al fine di ripensare il ruolo della donna nel settore della pesca. Infine, mira a realizzare azioni finalizzate a contribuire al conseguimento degli obiettivi fissati per la piccola pesca costiera, in un’area del Gargano.
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