Chiesta al Tribunale di Udine la procedura di concordato per la Sangalli Vetro Porto Nogaro. È stata anche domandata la nomina di un commissario qual
Chiesta al Tribunale di Udine la procedura di concordato per la Sangalli Vetro Porto Nogaro. È stata anche domandata la nomina di un commissario quale tecnico per dare continuità aziendale e occupazionale al sito friulano: a tal proposito è stato delegato il giudice Andrea Massarelli.
Ricordiamo che anche le altre aziende de Gruppo Sangalli sono in concordato giudiziale sancito dal Tribunale di Treviso.
A presentare richiesta di concordato “in bianco” è stato l’avvocato della Sangalli, Giuseppe Campeis, che sta seguendo le vicende dello stabilimento di San Giorgio di Nogaro, allo scopo di delineare quelle ipotesi di piano che dovrebbero dare soluzione ai problemi che il sito si trova ad affrontare. Questa soluzione concordataria prevede nuovi investimenti da parte dei soci con un aumento di capitale, per garantire la produttività e l’occupazione ai 140 addetti (più 40 dell’indotto). Va detto che l’impianto sangiorgino deve essere produttivo ventiquattro ore su ventiquattro per essere economicamente efficente, per cui ogni sorta di riduzione di orario di lavoro diventa antieconomica.
Le vicende del Gruppo Sangalli, fondato nel 1986, si è specializzato nella produzione di vetro piano e nella produzione di vetro float. La Sangalli Porto Nogaro si è insediata nella zona industriale Aussa Corno nel 2010 per produrre con tecnologia avanzata vetro extrachiaro: con gli stabilimenti di Manfredonia, il Gruppo era il secondo produttore italiano con 1.300 ton/giorno prodotte, e rappresentava il 35% del vetro float prodotto in Italia per un fatturato di circa 130 milioni di euro, occupando circa 400 addetti.
Ma lo scorso anno l’arrivo di una crisi profonda che, nonostante l’ingresso del russo Gruppo Glasswall con il 50%, non si è riusciti a superare, portando ad un indebitamento del gruppo attorno ai 140 milioni di euro. La crisi ha coinvolto maggiormente gli stabilimenti di Manfredonia (Sangalli Vetro Magnatronico e Sangalli Vetro Sant’Angelo), le cui maestranze, a ottobre, sono entrate in sciopero a causa della chiusura del forno diventato ormai obsoleto.
Qualche mese fa la finanziaria regionale Friulia, che deteneva il 16% delle quote azionarie, si è trovata improvvisamente diventata azionista di maggioranza con il 54%, e quindi a dover prendere in mano la situazione che era diventata critica. La Regione Fvg, infatti oltre a tutelare i posti di lavoro, deve anche tutelare il consistente impegno finanziario superiore agli 80 milioni di euro, dovuti all’investimento di Frie e alla partecipazione della finanziaria regionale nel capitale soci.
Vari incontri al Ministero allo Sviluppo Economico hanno permesso, di scorporare dal tavolo di contrattazione nazionale il sito sangiorgino, che ora procede per conto proprio. Dopo la delega al giudice Massarelli per la procedura di concordato, ora c’è grande attesa di conoscere il nome del commissario.
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