Pasqua 2015, il messaggio augurale di mons. Castoro

Gli Evangelisti ci raccontano ciò che è accaduto alle donne mirofore la mattina di Pasqua: la tomba è aperta e vuota, non c’è più il corpo di Gesù mor

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Gli Evangelisti ci raccontano ciò che è accaduto alle donne mirofore la mattina di Pasqua: la tomba è aperta e vuota, non c’è più il corpo di Gesù morto e un angelo annuncia loro “Non è qui! E’ Risorto!”. Allora “con timore e gioia grande” esse corsero a dare la notizia agli apostoli. Da tutte le pagine del Nuovo Testamento emerge insistentemente la gioia della Resurrezione di Cristo e noi suoi discepoli non possiamo non avere questa stessa gioia grande, permanente, in quanto il Risorto è luce gioiosa che illumina e vivifica l’orizzonte della nostra vita e  ci dona speranza e  carità. Il nostro Dio è il Dio della vita che non poteva rimanere imbrigliato in una tomba tra i lacci della morte! L’evento della Resurrezione ha raggiunto ogni propaggine della creazione e rovesciato la pietra che opprimeva ogni uomo,  vincendo le tenebre e il tempo.  Egli è ora sulle strade del mondo e non fra le cose morte; vive in ognuno di noi, nelle nostre famiglie, nei nostri fratelli più piccoli, negli ultimi, nelle nostre comunità, nella Chiesa, la sua Sposa amata per la quale ha dato tutto Se stesso,  e soprattutto lì dove abbiamo bisogno di iniezioni di vita, nelle nostre giornate a volte amorfe che si incanalano, ogni settimana sempre uguali, dal lunedì alla domenica, e lì dove noi lottiamo, lavoriamo, amiamo, progettiamo, ci stanchiamo, soffriamo, cadiamo e riprendiamo a camminare.

Così, mentre ci apprestiamo a celebrare la Pasqua del Signore, pensiamo particolarmente ai tanti nostri fratelli che non possono farlo, ai cristiani nel mondo che subiscono ostracismo, insulti, rifiuto e che vengono perfino assassinati, solo perché cristiani. Supplichiamo il Signore Risorto, il principe della Pace, di donare pace e serenità al mondo, alle nazioni tormentate dalla guerra fratricida e, in particolare, a questi nostri fratelli perseguitati a motivo del santo nome cristiano e impegniamoci a tutelate e a promuovere per tutti la libertà religiosa  come diritto umano fondamentale, assoluto, sostenendo e soccorrendo questi fratelli, in patria e nelle regioni dove sono migrati. Le nostre preghiere e i nostri cuori siano innalzati per loro, specialmente in questo momento particolare della storia del mondo.

E a noi tutti che abbiamo ricevuto la ricchezza dei doni pasquali, auguro di custodire questo prezioso tesoro rimanendo fedeli alle esigenze del nostro battesimo per gustare la gloriosa visione del Risorto nella certezza della nostra resurrezione, “già” avvenuta ma “non ancora” in pienezza.

 

E mentre invoco su tutta la nostra Arcidiocesi del Gargano la benedizione del Signore Risorto che infonda nel nostro tempo la ripresa della costruzione di una società pacifica e solidale, auguro di trascorrere santamente e nella gioia questa grande festa, fondante la nostra fede e la nostra speranza”.

 
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