Manfredonia, “ratti grandi come gatti”

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”Al termine del canalone scaloria, a meno di cento metri dall’ITC Roncalli, dall’ospedale San Camillo de Lellis di Manfredonia e a diretto contatto con l’abitato, ha sede una discarica a cielo aperto. Oltre ad essere teatro di discarica abusiva di rifiuti tossici e materiale di risulta, sui parte dei quali è stato anche attivato un parcheggio per auto, il terminale del canalone si è trasformato anche in discarica di rifiuti domestici.

Se è vero che le sensibilità ambientali e l’educazione civica di moltissimi nostri concittadini è ai minimi termini, non si può certamente affermare che manifestino sensibilità e attenzioni per certe tematiche coloro che sono deputati ai controlli, alla difesa della salute pubblica, alla salvaguardia del decoro urbano e  dell’ambiente. Nel canalone e tra i rifiuti domestici abbandonati hanno trovato una confortevole dimora i topi, ratti o zoccole; detto alla paesana se raggiungono certe moli. I nostri ospiti, grandi come i gatti, li possiamo qualificare zoccole.

Qualche concittadino mattacchione, sensibile e amante degli animali a modo suo, si cimenta nel depositare, sui mobili abbandonati, qualche piatto di avanzi del pranzo quotidiano. Le zoccole fanno festa e, se non trovano servite le pietanze, si spostano per le strade dell’abitato in cerca di cibo.

Nessuno s’accorge di una simile indecenza in un’area centralissima della città che dovrebbe servire esclusivamente per la raccolta di acque piovane in caso di piogge abbondanti. Circa vent’anni fa, l’allora candidato sindaco di Manfredonia Gaetano Prencipe, promise solennemente a mio figlio che quello sarebbe stato il primo problema da risolvere se avesse vinto le elezioni. Detto non fatto, vinte le elezioni, il problema è decaduto.

Dopo circa quattro lustri le buone promesse e i buoni propositi hanno finalmente partorito una formula “apotropaica”: i cittadini del quartiere verranno dotati di un arnese che emette il soffio del gatto. Le zoccole non invaderanno l’abitato in cambio di pietanze giornaliere. Ora si aspetta l’estate quando, per autocombustione o per sfizio di qualche demente, s’incendiano gli arbusti  e le stoppie del canalone, dove si sviluppando fiamme alte fino a cinque metri. I fumi tossici e nocivi e i residui di stoppie bruciate investono l’abitato e l’ospedale nell’indifferenza generale. Le zoccole si rifugiano nelle fogne e, dopo l’incendio, tutto ricomincia.

Allego alcune foto per dare l’idea dell’indecenza.

(A cura di Pino Delle Noci – Manfredonia 27/02/2015)
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