Manfredonia. Stefàno: ´La Sangalli Vetro emblema della desertificazione da frenare. Subito un piano di rilancio strategico

Si salvino i livelli occupazionali dei lavoratori della Sangalli e si individui un percorso di rilancio strategico del territorio di Manfredonia a ris

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Si salvino i livelli occupazionali dei lavoratori della Sangalli e si individui un percorso di rilancio strategico del territorio di Manfredonia a rischio desertificazione”. In una interrogazione urgente al Ministro dello sviluppo economico il senatore Dario Stefàno ha posto la questione dell’azienda Sangalli Vetro di Manfredonia, la più grande azienda del Contratto d’area,  in gravi difficoltà ormai da tempo. I lavoratori sono in presidio permanente dall’11 dicembre, poiché la costituzione del tavolo ministeriale di monitoraggio non è bastata a dare garanzie per il futuro.

Le banche  – si legge nel testo – ancora non hanno sciolto il nodo del finanziamento del piano di ristrutturazione, che prevede investimenti per circa 23 milioni di euro. L’azienda ha chiesto 12 mesi di CIGS per 160 lavoratori a fronte di un organico di 197 unità. Le attività vanno cessando o  spostate in altri stabilimenti più vicini ai mercati di sbocco del nord Europa.

“E’ evidente – spiega Stefàno – che qui è in gioco non solo il destino di quell’azienda, dei suoi lavoratori e dell’indotto, ma si pone la necessità di frenare la desertificazione industriale di un’area importante del Mezzogiorno. È urgente salvaguardare i livelli occupazionali della  Manfredonia vetro e garantire la continuità produttiva dello stabilimento. Ma occorre anche un percorso di rilancio strategico di questo ambito territoriale per realizzare il più volte auspicato nodo poli-infrastrutturale –  porto-ferrovie-aree retro portuali –  di cui il territorio di Manfredonia manifesta vocazione, ma del quale ancora è pesantemente privo”.

“Servono decisioni strategiche – conclude Stefàno – che valorizzino anche le azioni di supporto dei Comuni di Manfredonia, Mattinata e Monte Sant’Angelo, pronti a rendere disponibili 900.000 euro e della Regione Puglia che ha predisposto un fondo di 5 milioni per il rifacimento del forno, ma anche dello stesso Ministero che ha ribadito la disponibilità a sostenere il gruppo industriale veneto nella relazione con le banche per la ristrutturazione del debito”.

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