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Michele Bottalico, la scomparsa di una figura storica della nostra pesca

Con Michele Bottalico se ne è andato un appassionato ed impetuoso difensore di una categoria, che per la nostra città ha un’importanza storica”, comm

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Con Michele Bottalico se ne è andato un appassionato ed impetuoso difensore di una categoria, che per la nostra città ha un’importanza storica”, commenta il sindaco Riccardi.

Non risuoneranno più i luoghi tutti, cari al mondo dei pescatori, della voce reboante di Michele Bottalico: un vecchio pescatore, di quelli che hanno segnato la storia della pesca per moltissimi anni, cercando di rappresentarne i problemi, la sofferenza, la solitudine di chi giorno dopo giorno ha ammirato l’immensità del mare, ne ha scrutato e vissuti i pericoli, ha dialogato con lui nelle lunghe ore in attesa di tirare le reti a bordo o mentre su uno sgabello le rappezzava con cura pensando al nuovo ritorno per solcarne le acque placide o agitate, foriere di tempesta. Michele Bottalico non c’è più.

Con lui se ne è andato un appassionato ed impetuoso difensore di una categoria, che per la nostra città ha un’importanza storica e che ha visto un’evoluzione e anche un’involuzione notevoli a partire dalla seconda metà del secolo scorso: dal povero pescatore che, a malapena, riusciva a smerciare la sera i piattini del pescato dopo una giornata di lavoro faticoso, all’esplosione di motopescherecci, anche di altura, che ne hanno mutato profondamente la condizione economica, alle nuove regole imposte dall’Europa e alla concorrenza, che hanno creato non pochi problemi.

Michele era pescatore diverso dagli altri: profondo conoscitore di questo mondo, tutto particolare, è sempre stato attivo e partecipe alle trasformazioni. Sapeva, proprio grazie alla sua lunga esperienza, dare il contributo necessario per tutelare la sua categoria, per sferzarla e motivarla, sottolineandone i pericoli e gli errori.

Pur nutrendo una certa diffidenza nei confronti della politica, non ha esitato a scendere in campo e a svolgere il ruolo di Consigliere comunale per rappresentare, difendere, sollecitare l’attenzione dell’Amministrazione sulle difficoltà e sui pericoli della sua categoria.

Echeggiano ancora nelle orecchie di chi ha avuto modo di ascoltarlo la sua voce stentorea e l’argomentare senza fronzoli letterari con l’essenzialità del suo italiano-manfredoniano, sgomento di fronte alle dissertazioni politologiche di consiglieri adusi a dominare la scena.

Ora Michele ha compiuto il suo corso terreno.

Tutti i pescatori lo ricorderanno con la sua piccola figura e con gli occhietti socchiusi, attenti e vivaci, con la gioia del vivere, con le sue battute fulminati, che gli avevano fatto guadagnare il soprannome ‘U pazziarill’, con il quale sarà bello continuare a ricordarlo.

Il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi

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