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“Leggo tante dichiarazioni di autorevoli dirigenti del Pd pugliese, oggi, contrari alle trivelle nel nostro mare. Che, con la conversione in legge del decreto Sblocca Italia, potranno essere autorizzate, escludendo le Regioni di ogni competenza” ma “le critiche del giorno dopo purtroppo non incidono sulle decisioni, che maturano in tempi e sedi proprie, diverse da quelle del protagonismo mediatico”. Lo sottolinea in una nota Dario Stefano (Sel), candidato alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione Puglia.
“Naturalmente – sottolinea – sono lieto che cresca, seppur tardivamente, una condivisione piena sul merito di un provvedimento sbagliato, che rappresenta un ritorno all’accentramento della competenza energetica nelle mani dello Stato relegano gli Enti locali al ruolo di semplici esecutori di ordini. Certo, però, non posso non notare che queste prese di posizione non hanno avuto alcuna eco nel dibattito parlamentare, alla Camera prima e al Senato poi. Non ricordo prese di posizioni pubbliche della segreteria regionale o iniziative assunte dalla deputazione pugliese del Pd che, come quotidianamente apprendiamo dai giornali, esprime posizioni disomogenee. Di lotta (in periferia) e di governo (a Roma)”.
“Lo sa bene Massimo Bray – aggiunge Stefano – che ha motivatamente votato contro lo Sblocca Italia: una presa di posizione non semplice in una stagione politica che confonde il dissenso in pregiudizio. Lui, ex ministro della Cultura e parlamentare salentino, ha concretamente dimostrato cosa significa prendere posizioni di merito, senza piegarsi al vincolo di appartenenza o alla disciplina di partito. C’è una differenza decisiva tra dire “il Governo sbaglia” in Aula e farlo dalle pagine dei giornali. Dico, insomma, che se la posizione di Massimo Bray fosse stata assunta dal Pd pugliese tutto, avremmo potuto scrivere una pagina politica diversa. Più vicina agli interessi della nostra regione”.
“Stefàno è disattento, il Partito Democratico della Puglia è contrario da sempre alle trivellazioni petrolifere nel Mare Adriatico”. Così la replica del segretario regionale del Pd in Puglia, Michele Emiliano, a Dario Stefano (Sel), entrambi candidati alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Regione Puglia.
“La mia, peraltro, – afferma Emiliano – è una posizione radicale che sostengo da anni. Il 6 ottobre 2012 ero a Manfredonia alla manifestazione promossa dalla Rete NO TRIV per ribadire che il nostro modello di sviluppo non può puntare sull’apertura, nell’Adriatico, di un parco estrattivo di petrolio, sostanza che aggraverebbe l’effetto serra e le immissioni di CO2 e che inquinerebbe irrimediabilmente uno dei mari più belli e puliti del mondo”.
“Lo sto ripetendo ovunque: ogni popolo ha il diritto di stabilire cosa fare dei beni che la natura gli ha donato. Io – aggiunge Emiliano – sono tra coloro che non vogliono vedere la propria regione bucherellata alla ricerca del petrolio, al prezzo della distruzione dell’ecosistema marino, di danni e conseguenze incalcolabili per la pesca, l’economia, il turismo. E’ una questione di identità: noi pugliesi non abbiamo correlazioni con il petrolio ma con il mare, l’aria pulita, la bellezza dei luoghi e con persone che vogliono vivere in armonia con la nostra meravigliosa terra. Se dovessi diventare presidente della regione mi opporrò con ogni mezzo giuridico e istituzionale alle trivellazioni. Consiglio a Stefàno di smettere di strizzare l’occhio a Renzi a Roma, e poi attaccarlo in periferia. Almeno su questioni così importanti, sarebbe il caso di evitare di dire cose inesatte solo per provare a prendere qualche voto in più alle primarie”.
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