FINALMENTE SARA' ACCESSIBILE COPPA NEVIGATA

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Una delibera importante quella approvata in Giunta ieri, 17 luglio 2014, per rendere accessibile uno dei siti archeologici più importanti del nostro territorio: Coppa Nevigata.
Posta all’altezza dell’antica foce del Candelaro, è stata la sede di insediamenti per molto tempo fino primo millennio a.C.

Un villaggio fortificato che sorgeva ai margini della laguna, quando il mare si infilava all’interno e permetteva attività economiche legate alla raccolta di molluschi, alla caccia e agli scambi commerciali.

Già da diversi anni l’Università la Sapienza di Roma, grazie ad una convenzione col Comune di Manfredonia, ha promosso campagne di scavo portando alla luce resti importanti per la storia del territorio.

Il sito non poteva essere raggiunto e, quindi, visitato, perché il proprietario permetteva l’ingresso solo agli studiosi e agli archeologi e non ai visitatori.

“Nei mesi scorsi – riferisce il Sindaco Angelo Riccardi – si sono avuti incontri tra l’Amministrazione e il proprietario al fine di pervenire all’acquisizione al patrimonio pubblico del sito e permetterne una fruizione sistematica”.

Gli Uffici tecnici comunali hanno predisposto uno studio di fattibilità per la “Valorizzazione dell’area archeologica di Coppa Nevigata”, con due azioni fondamentali.

“La prima – continua il Sindaco – è l’individuazione di un percorso di accesso (con esproprio), la delimitazione e la perimetrazione dell’area archeologica con la sistemazione della zona di arrivo. La seconda è la predisposizione di tutte le informazioni necessarie per far conoscere la storia del sito e della comunità, che lo ha abitato con mappe e tabelle informative. L’iniziativa è sinergica con gli interventi recenti finanziati per S. Leonardo, Siponto, Ipogei e con gli altri interventi in atto della Pubblica Amministrazione. In questo modo le aree che circondano Manfredonia potranno arricchire notevolmente l’offerta di beni culturali per visitatori, studiosi, turisti”.

Il sito è stato oggetto di campagne di scavi dell’équipe, guidata dal prof. Alberto Cazzella, che ha sistematicamente prodotto relazioni dettagliate sulle scoperte effettuate, che hanno permesso di ricavare un buon profilo del villaggio e delle usanze di suoi abitanti. Con le campagne del 2011 e del 2012 sono stati indagati diversi aspetti: l’area delle mura più antiche, risalenti alla metà del secondo millennio, quando il villaggio venne devastato da un incendio per motivi bellici, con il ritrovamento di pesi di bilance (segno di attività commerciali), punte di frecce di selce, piani cottura, forno da pane, bastioni e complesse trasformazioni difensive della metà del XV secolo, residui di murici risalenti all’età del Bronzo.

E poi, molto importanti, dieci fosse cilindriche per la conservazione delle derrate alimentari.

“Un luogo affascinante, conclude il Sindaco, che non poteva rimanere proprietà di pochi, perché fa parte della storia dei nostri padri, che appartiene a tutti”.
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