GLI APPARE SAN MICHELE ARCANGELO E RICEVE LE STIMMATE

Appare nella notte, a Monte Sant’Angelo, avvolta in un fascio di luce, l’immagine di San Michele Arcangelo e un commerciante di Ariano Irpino costruis

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Appare nella notte, a Monte Sant’Angelo, avvolta in un fascio di luce, l’immagine di San Michele Arcangelo e un commerciante di Ariano Irpino costruisce una piccola grotta all’ingresso della sua abitazione, nel rione Cardito, dando vita ad un gruppo di preghiera, diventato in poco tempo una grande realtà. Una storia commovente cominciata nel novembre del 2011 e avvolta dal massimo riserbo, per via di alcuni aspetti rimasti ancora inspiegabili e al vaglio della chiesa tra cui la comparsa di ferite sanguinanti simili alle stimmate, sull’uomo dopo quella visione in terra pugliese.

Oggi Michele Dotolo, 47 anni, commerciante di Rione Cardito, sposato, tre figli, ha deciso di rompere il silenzio. La sua vita è cambiata dalla sera al mattino, fino ad assaporare la fede e a trasmetterla agli altri. E’ un via vai di gente ininterrotto lungo la stradina che porta alla sua abitazione, accanto alla quale, sorge quella piccola grotta incastonata tra un albero di ulivo, molto suggestiva. Gente di ogni età si reca in pregare, in ginocchio con grande devozione.

Michele Dotolo, in lacrime mostra tutta la sua umiltà nel raccontare la sua storia. «Io non ero uno di quelli che andava in chiesa, che non bestemmiava, le confessioni non sapevo neppure cosa fossero. Una sera ero di ritorno da Monte Sant’Angelo, nella zona di Manfredonia, vidi improvvisamente una luce grandiosa dinanzi a me. Passò del tempo e volli recarmi di nuovo in quel luogo. Raccontai tutto a mia moglie e portai la mia famiglia a visitare quel monte, di cui non conoscevo neppure l’esistenza. In quel posto esatto in cui i miei occhi videro improvvisamente un fascio di luce, vi era una cappellina abbandonata che oggi sto curando io. Siamo stati in pellegrinaggio già ben tre volte, da quattrocento a cinquecento persone, ho conosciuto tante persone bravissime che mi stimano come fratello. Quando scendo da quel monte, spero sempre di ritornarci ancora. Ma una volta al mese io ci devo andare, perché lui mi chiama. La mia vita oggi è cambiata e spero di poter trasmettere questa gioia anche ad altri. Oggi al primo posto c’è la preghiera, quella vera, il resto può attendere». Da qui la nascita ad Ariano di una piccola edicola votiva, divenuta in poco tempo luogo di preghiera di vari gruppi provenienti anche da fuori.
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