Il flop televisivo Antennisti pugliesi contro il digitale

Il calvario del digitale terreste in Puglia continua a far saltare i nervi ai poveri teleuteni. Un passaggio quello dall’analogico che sebbene - solo

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Il calvario del digitale terreste in Puglia continua a far saltare i nervi ai poveri teleuteni. Un passaggio quello dall’analogico che sebbene – solo sulla carta – sia terminato da tempo non produce gli effetti promessi. A «respingere ogni infamante accusa» gli antennisti. Tuona Antonio Abbattista, segretario dell’Unione impianti della Cna, «non siamo affatto noi i responsabili di tutto questo caos. Sabato prossimo faremo sentire la nostra voce al Corecom». Intanto una nuova tipologia di discariche selvagge spuntano come funghi in Puglia. L’elemento principale? Televisioni. Tante. Il perchè? L’inciviltà di chi dovendo disfarsi della propria televisione non più utilizzabile «pensa bene» di inquinare l’ambiente di tutti. Se ne incontrano ad ogni angolo di strada con numeri impressionati nelle campagne. Una vera e propria emergenza che necessiterebbe di un intervento da parte di chi ha competenza in materia.

Pasquale Salvemini, già coordinatore regionale vigilanza del Wwf della Puglia, non ha dubbi: «Il 2012 l’anno del digitale terrestre in Puglia è anche conferma, qualora c’è ne fosse ancora bisogno, che siamo un popolo di incivili. L’avvento del digitale terrestre ha portato di fatto all’abbandono incontrollato di migliaia di televisori ormai obsoleti o privi di decoder incorporato. Strade di periferia, campagne, giardini urbani delle città invase dai piccoli schermi. Le nostre città sembrano dei veri campi di battaglia dove i cadaveri sono i televisori, alcuni al plasma, altri con tubi catodici e via dicendo». «Eppure è molto semplice, ci sono le municipalizzate che a costo zero ritirerebbero gran parte di questi rifiuti (televisori, frigoriferi, lavatrici), evitando due situazioni: da un lato il fastidio di buttare questo rifiuto e dall’altro il rischio di ricevere una sanzione amministrativa prevista per chi butta sul territorio questi rifiuti», conclude Salvemini.

Anche Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, interviene in merito a questa emergenza: «È bene che i cittadini abbandonino la pratica di lasciare i Raee (Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) ovunque gli capiti. Spesso finiscono nei traffici illegali internazionali di rifiuti, raggiungendo Paesi come la Cina e il Sud Est Asiatico dove avviene il recupero delle parti riciclabili in barba a qualunque normativa». «I Raee possono essere smaltiti contestualmente all’acquisto del nuovo apparecchio, semplicemente consegnandoli al rivenditore – ha precisato Tarantini -. Nel caso in cui, invece, debba semplicemente smaltirne uno vecchio, può rivolgersi all’Azienda Municipalizzata della propria città».

 

Giuseppe Dimiccoli
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