TRAGEDIA CONCORDIA: STOP ALLE NAVI ALLE TREMITI

Fra le tredici le rotte definite «pericolose» per le quali il Governo ha annunciato un decreto per regolamentare la navigazione, ci sono anche le line

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Fra le tredici le rotte definite «pericolose» per le quali il Governo ha annunciato un decreto per regolamentare la navigazione, ci sono anche le linee di navigazione che sfiorano le Isole Tremiti. Il nuovo provvedimento verrà varato all’indomani dell’emergenza del Giglio per tutelare dal traffico commerciale il patrimonio artistico e, soprattutto, ambientale delle località costiere più sensibili lungo le coste nazionali. Intorno alle isole pugliesi – ricorda il comandante della Capitaneria di porto di Manfredonia, capitano di fregata Francesco Staiano – sorge una Riserva naturalistica marina che potrebbe essere messa a serio rischio da un naufragio. Lo stesso Staiano ricorda comunque che negli annali dei traffici per le isole diomedee – come evidenziano anche le agenzie marittime – non si ricordano incidenti o naufragi di sorta. Le isole Diomedee si trovano al largo del Gargano, ad appena una dozzina di miglia da Torre Mileto la punta più avanzata del Promontorio. Da Manfredonia porto storico per quell’arcipelago la distanza è di 50 miglia. Un sinistro navale, specialmente quando vengono coinvolte unità come la «Costa Concordia» o qualunque mezzo navale o petroliera, può provocare danni enormi e spesso irreparabili. Con l’arrivo del maltempo, infatti, se non si riuscirà a mettere in sicurezza la nave da crociera, questa rischia di affondare e posarsi a circa settanta metri sul fondo con un carico di 2.400 tonnellate di carburante che, se sversato, è in grado di compromettere il delicato ecosistema marino dell’intero arcipelago.

Del resto anche la costa pugliese non è rimasta indenne da queste esperienze. Basta ricordare il caso della «Cavtat», nel 1977 speronata e poi affondata al largo di Otranto con a bordo 270 tonnellate di piombo tetraetile e tetrametile, o quello dell’«Ales – sandro I», colata a picco 12 miglia al largo di Molfetta, con un carico di veleni, o più recentemente quello della nave turca «Hanife Ana» incagliatasi lungo la costa di Ostuni. Per questo al pari della laguna di Venezia – dove le grandi navi da crociera non potranno più entrare – anche per le Diomedee verranno previste nuove misure di interdizione alla navigazione. Con ogni probabilità le navi che superano un certo tonnellaggio non potranno più avvicinarsi alla costa delle isolette pugliesi se non mantenendosi ad una distanza stabilita, e ciò in aggiunta alle misure di tutela già previste per le riserve marine.

E chissà che il Ministero non prenda in considerazione di vietare definitivamente anche tutte le prospezioni petrolifere al largo delle Isole Tremiti, altrettanto pericolose quanto lo sversamento di sostanze nocive da parte di una nave. Quella per le aree sensibili sarà una prima forma di regolamentazione delle rotte nel traffico commerciale. Sino ad oggi, infatti, il comandante di una nave sceglie la direzione più idonea sulla base delle sua esperienza e delle esigenze di sicurezza della navigazione, ma non vi è alcuna norma o regolamento che gli impedisca di avvicinarsi alla costa. Egli naturalmente deve attenersi a quanto previsto da carte nautiche e portolani, i quali – oltre ad indicare tutti i pericoli della navigazione – spesso prescrivono delle rotte obbligate da seguire. Ciò avviene specialmente nel passaggio negli stretti come quello di Messina o delle Bocche di Bonifacio.
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