Manfredonia: il binario della discordia

È quel tratto di ferrovia che va dalla “Stazione Campagna” a Siponto. Un paio di chilometri rimasti ingabbiati dalla fitta urbanizzazione di quell

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La Ferrovia Foggia – Manfredonia – Il Blog de Ilmondodeitreni.it

È quel tratto di ferrovia che va dalla “Stazione Campagna” a Siponto. Un paio di chilometri rimasti ingabbiati dalla fitta urbanizzazione di quell’area rimasta a cavallo della ferrovia e che separa da una parte la riviera sipontina e dall’altra la città comprendendo gli affollati comparti edilizi. Fino ad una trentina di anni orsono, i binari e dunque il treno, lambivano l’imboccatura di Corso

Manfredi. Il capolinea venne arretrato a Stazione Campagna (cosiddetta per trovarsi in aperta campagna tale fino al lido di Siponto) per ragioni di sicurezza. Campagna che nel frattempo si è andata urbanizzando, i palazzi costruiti a ridosso dei binari, tanto da formare una sorta di barriera come quella in muratura che separa l’area ferroviaria di Stazione Campagna con l’ex viale Sipontino, oggi Aldo Moro. Con la conseguenza che tra quelle due porzioni di città – l’intero fronte mare di Siponto nel frattempo divenuto hinterland di Manfredonia, e il popoloso sobborgo Stazione – non vi è possibilità di interconnettersi se non dall’ex passaggio a livello in corrispondenza del varco del molo di ponente del porto, o più su, a un paio di chilometri, dal passaggio a livello di Siponto. Un ventennio fa si è cercato di stabilire un varco tra le due sponde con la costruzione di un ponte sulla ferrovia: è stato appena iniziato per poi bloccarsi e così è rimasto a rappresentare le tante opere incompiute che fanno misera mostra di sé. E soprattutto a rimarcare quella anacronistica divisione tra fronte mare e abitato, e conseguentemente l’inerzia pubblica che ha consentito una espansione edilizia che andava ben diversamente gestita e controllata. Quella edilizia è, come anche recenti scabrose controversie attestano, una costante spina nel fianco dello sviluppo urbanistico razionale e lungimirante. Il consumo di suolo è andato sempre più allargandosi creando seri problemi di vivibilità in zone edificate dalle quali emergono sempre più disagi e conseguenti proteste. Il problema di quello che tout court si definisce “Fronte mare” comprendente la vasta area che da Manfredonia (in corrispondenza del varco del porto) corre fino a Siponto ma anche oltre, oggetto da tempo di interessi vari. È un’area dalla cui destinazione dipende gran parte della prospettiva della Manfredonia del domani che è già iniziato. Di intenzioni di progetti se ne sentono parecchi in giro. Tutti ruotano intorno a quel binario, ciascuno inseguendo un proprio tornaconto. È ormai il “binario della discordia”. Il problema è stato ufficializzato in consiglio comunale portato dal consigliere “5S” Gianluca Totaro con una articolata interrogazione nella quale riassume i vari aspetti dell’uso di una ferrovia che dal 1885 ha costituito un forte mezzo di progresso non solo economico per Manfredonia, ridotta ad una tratta usata per soli due mesi estivi. La sua esistenza va vista in funzione passeggeri ma anche per trasporto merci con il porto industriale in riallestimento col quale c’è una diramazione anche questa abbandonata. Parte delle tesi a confronto poggiano sul mantenimento di quella tratta (sostenuti da comitati pro-ferrovia) opportunamente potenziata (elettrificata) e dunque utilizzata: tra Manfredonia e Foggia vi sono una molteplicità di interessi che presuppongono l’uso del treno da tempo snobbato a favore del contestato trasporto inquinante su gomma; si balenò anche l’idea del treno-tram. Altre tesi propendono invece per l’eliminazione completa di quei binari con arretramento del capolinea in una posizione meno invasiva per la città utilizzando il ramo che corre verso il porto industriale per delle fermate intermedie a beneficio dell’abitato. In effetti tutta quell’area è di fondamentale interesse per lo sviluppo della città: oltre alle aree utili per servizi cittadini, sono da tenere presente il fronte mare, l’area archeologica in grande espansione. Sono già depositati progetti che prevedono lo spostamento dell’ingresso a Manfredonia, provenendo da Foggia, su una bretella all’altezza dell’ex caseificio Silac, lasciando l’attuale vecchio tratto della statale, già da tempo dismesso, coincidente col Decumanus di Siponto, come strada di servizio all’area archeologica. Se si vuole progettare la città a misura avveniristica, così come sarebbe doveroso, vanno fortemente ponderate le idee che si vorranno realizzare. In tale prospettiva sarebbe opportuno, necessario, che si consultassero degli urbanisti di chiara fama (cosa che pare questa amministrazione comunale stia facendo). Si eviterebbero errori e orrori come se ne vedono diffusamente.

di  Michele Apollonio

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