Gli agricoltori pugliesi lanciano l’allarme: il possibile rinvio dell’attivazione del registro telematico delle movimentazioni dei cereali rischia
Gli agricoltori pugliesi lanciano l’allarme: il possibile rinvio dell’attivazione del registro telematico delle movimentazioni dei cereali rischia di danneggiare ulteriormente il settore cerealicolo nazionale. La misura, prevista nell’ambito di Granaio Italia, dovrebbe entrare in vigore dal 1° marzo 2025, ma un emendamento al Milleproroghe firmato da Fratelli d’Italia propone di posticiparne l’attuazione al 1° gennaio 2026.
Per i produttori, questo slittamento sarebbe un favore alla speculazione sulle importazioni di grano, che negli ultimi anni ha causato un vero e proprio crollo dei prezzi. Alla Borsa Merci di Foggia, il valore del grano “fino” è sceso dai 562 euro a tonnellata del 2022 agli attuali 332-337 euro, mentre i costi di produzione hanno superato i 1300 euro per ettaro.
CIA Puglia, che ha raccolto oltre 75.000 firme contro il rinvio, chiede il rispetto dei tempi stabiliti dal Governo. Il presidente Gennaro Sicolo attacca: “Se il registro telematico non partirà nei tempi previsti, sarà un tradimento nei confronti degli agricoltori. Serve trasparenza sulle importazioni per tutelare la filiera italiana”.
A supporto della richiesta, sono scesi in campo anche ANCI Puglia e 45 comuni, rappresentando oltre 1,2 milioni di cittadini. Le mobilitazioni degli ultimi mesi, con manifestazioni a Foggia, Bari e Roma, hanno ribadito la necessità di proteggere il settore dalla concorrenza estera.
Gli agricoltori rilanciano anche un appello ai consumatori: scegliere solo pasta prodotta con grano 100% italiano per difendere la produzione nazionale. Ora la palla passa al Governo, chiamato a decidere se dare priorità alla trasparenza della filiera o cedere ancora una volta alle pressioni delle lobby del commercio.
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