il sindaco di Manfredonia, Domenico La Marca, replica alle gravi accuse del consigliere di minoranza l'avv. Vincenzo Di Staso: “Nessun reato di fa
il sindaco di Manfredonia, Domenico La Marca, replica alle gravi accuse del consigliere di minoranza l’avv. Vincenzo Di Staso: “Nessun reato di falso: ho conferito mandato al mio legale per verificare i presupposti di una denuncia/querela nei confronti del consigliere Di Staso. Sono prive di fondamento le accuse di reato di falso che mi sono state rivolte dal consigliere Di Staso nell’ultimo Consiglio comunale, in merito al conferimento dei due mandati all’avvocatura comunale relativi a giudizi aventi ad oggetto due contravvenzioni al codice della strada. Per il consigliere Di Staso, ‘è di una gravità inaudita’ firmare un mandato all’avvocato del Comune per difenderne le ragioni dinanzi al Giudice di Pace ‘senza il parere di regolarità’ e facendo riferimento ad una delibera di Giunta non ancora approvata”, ma – spiega il primo cittadino – “il consigliere ovviamente è o dovrebbe essere a conoscenza che, ai sensi dell’art. 23, comma 10, dello Statuto comunale, compete al sindaco ‘introdurre o resistere ad un’azione giudiziaria qualunque sia la magistratura e il grado di giudizio’ e che, ai sensi del vigente regolamento dell’avvocatura comunale, ‘l’Avvocatura comunale è incaricata, ai sensi dell’art. 23, secondo comma, legge n. 247/2012, della trattazione degli affari legali del Comune di Manfredonia, nonché della consulenza, rappresentanza, patrocinio, assistenza e difesa in giudizio dell’Amministrazione Comunale’.
La Marca aggiunge: “Il consigliere Di Staso, avendo per altro parlato anche da avvocato sa o dovrebbe sapere che la procura alle liti conferita dal sindaco all’avvocato dell’Ente è un atto per il quale non è necessaria l’acquisizione né di pareri e né di autorizzazione preventiva della Giunta comunale, avendo in questi casi la deliberazione di detto organo una mera valenza interna, di carattere gestionale e tecnico. In altri termini, la procura all’avvocato del Comune è valida ed efficace ed il riferimento alla delibera di Giunta è giuridicamente superfluo, per cui non comporta nessuna conseguenza l’aver in buona fede firmato un modello standard di procura che faceva riferimento ad una generica delibera di Giunta poi comunque approvata. Se a porre la questione in quei termini fosse stato un consigliere ‘non avvocato’, o se si fosse limitato a trasmettere gli atti a chi di dovere per verificare se vi fossero estremi di reato sarei stato anche più tollerante, ma tale tolleranza non può essere concessa ad un consigliere che, facendo riferimento al suo titolo di avvocato, mi ha ingiustamente e ripetutamente accusato in Consiglio di aver commesso un reato di falso, prendendo a pretesto un mero errore formale, per altro contenuto in un atto all’interno del fascicolo telematico di un giudizio al quale egli non può accedere, perché non ne è né parte e né difensore. Per non parlare del tono particolarmente astioso usato nel suo intervento, che va ben oltre il prevedibile risentimento per la sonora sconfitta elettorale subita”
In conclusione, il sindaco di Manfredonia promette battaglia: “Pertanto, visto che il suo unico scopo era quello di ledere la mia onorabilità, ho conferito mandato al mio legale di fiducia al fine di verificare i presupposti per una denuncia/querela”.
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