SICUREZZA/ NUOVO CODICE DI CONDOTTA PER BAR E LOCALI. COSA PREVEDE E COSA CAMBIA

Il governo Meloni potenzia le misure per prevenire reati e potenziare la sicurezza in bar, discoteche e locali facendo leva su una più stretta col

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Il governo Meloni potenzia le misure per prevenire reati e potenziare la sicurezza in bar, discoteche e locali facendo leva su una più stretta collaborazione tra pubblico e privato. In via facoltativa, i luoghi di aggregazione e intrattenimento che sceglieranno di prendere parte al progetto dell’esecutivo dovranno individuare un “responsabile della sicurezza” a cui è affidato il compito di mantenersi in contatto con le forze dell’ordine e installare, a proprio carico, sistemi di videosorveglianza.

 Dovranno inoltre garantire un’adeguata illuminazione dell’area in cui operano e definire le regole di comportamento da osservarsi nel locale e nelle immediate vicinanze, mediante l’adozione di un codice di condotta (da esibire nel locale) in cui verranno indicate una serie di misure per qualificare “l’avventore modello”. È quello che prevedono le “Linee guida per la prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici”, contenute in un decreto del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Fonti vicine al progetto parlano di un provvedimento “largamente condiviso con il settore”, ma non mancano le polemiche.

Tra gli esercizi pubblici interessati dalle novità il decreto include, oltre a discoteche e bar: stabilimenti balneari. strutture ricettive, sale giochi in generale locali che propongono spettacoli o altro intrattenimento.

    Il modello a cui punta l’esecutivo è quello di “un sistema di cooperazione operosa”, con linee guida da adottarsi su tutto il territorio nazionale, su proposta del ministro dell’Interno e d’intesa con le organizzazioni maggiormente rappresentative dei gestori di esercizi pubblici (sentita la Conferenza unificata Stato-Regioni, città e autonomie locali). Per l’operatività, le linee guida saranno poi declinate in accordi a livello provinciale, stipulati dai prefetti con le associazioni, ai quali possono aderire i singoli esercenti.

    In ogni caso, il Viminale precisa che le linee guida “forniscono indirizzi per la stipula di accordi in sede territoriale cui è possibile aderire su base volontaria, senza alcun obbligo e senza quindi nuovi costi per gli operatori”

Lotta all’illegalità

    L’intento è chiaro. Si vuole “innalzare il livello di prevenzione dell’illegalità e delle situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici”, attraverso – come già sottolineato – “il coinvolgimento delle associazioni di categoria dei gestori dei locali di pubblico trattenimento e la valorizzazione dei comportamenti degli esercenti che intendono concorrere al mantenimento della legalità”

L’avventore modello e il codice di condotta

    Ecco quindi che in futuro per i locali che sposeranno le linee guida si delineerà la figura del cosiddetto “avventore modello”, che dovrà rispettare il codice di condotta. Il testo dovrà essere affisso “in modo ben visibile all’interno del locale” e pubblicizzato “anche sui siti web degli stessi esercizi”

Gli obblighi generali dell’avventore modello

    Per rientrare nella categoria dell’avventore modello, i frequentatori dei locali dovranno impegnarsi a una serie di misure generali:

    -non introdurre armi improprie e, laddove non vi sia un giustificato motivo, strumenti atti ad offendere

    -non utilizzare spray urticanti

    -non introdurre sostanze stupefacenti o bevande alcoliche che non siano state somministrate dallo stesso locale

    -non danneggiare i dispositivi antincendio

    -non danneggiare gli arredi presenti nel locale e nelle sue pertinenze

    -non impedire o rendere difficoltosa la fruibilità delle uscite di sicurezza

    -non abbandonare nelle aree di pertinenza del locale e in quelle immediatamente circostanti residui, anche in vetro, delle consumazioni, e altri rifiuti in genere

    -evitare comportamenti molesti o che possano disturbare la quiete pubblica

La violazione delle regole

    Il decreto prevede che la violazione delle regole possa costituire “motivo legittimo che consente all’esercente di rifiutare la prestazione richiesta”

I minori

    Le intese, si legge nelle Linee guida di Piantedosi, dovranno richiamare l’attenzione sulla necessità che gli esercenti osservino i vigenti divieti di somministrazione di bevande alcoliche ai minori ed esercitino la necessaria vigilanza per evitare che i minorenni accedano ai giochi vietati.

    C’è poi “l’assoluta necessità” che i gestori dei locali rispettino gli obblighi di identificazione dei minori, a cui dovrà quindi essere richiesta l’esibizione del documento di identità. Per farlo si potrà prevedere un’ulteriore misura, già messa in pratica nelle discoteche, dove si applica “su una parte ben visibile del corpo un timbro ad inchiostro lavabile capace di individuare l’avventore minorenne”

Premi per gli esercenti più virtuosi

    L’adesione agli accordi prevede meccanismi premiali per gli esercenti virtuosi evitando la sospensione o la revoca della licenza quando si verificano disordini nel locale, sempre che il gestore abbia effettivamente adottato i comportamenti previsti dalle linee guida

Confesercenti: “Scarica su di noi responsabilità dello Stato”

    Il decreto non è piaciuto al presidente di Fiepet Confesercenti, Giancarlo Banchieri, che chiede un incontro a Piantedosi per chiarire. “Queste linee guida – spiega – rischiano di costituire ulteriori oneri per gli esercenti. I gestori di bar, ristoranti e discoteche quotidianamente agiscono per evitare e denunciare situazioni di pericolo alle forze dell’ordine. Imporre per decreto ai gestori di pubblici esercizi di installare sistemi di videosorveglianza, illuminare le aree circostanti e definire codici di condotta è però inaccettabile, perché scarica sulle nostre spalle responsabilità che spettano allo Stato”.

    Critico anche Filiberto Zaratti (Avs): il provvedimento “delinea uno spaventoso scenario liberticida, vogliono lo Stato di Polizia”. Si immagina, aggiunge, “uno scenario di illegalità che non esiste e un codice di condotta assurdo: esiste il Codice penale, non c’è alcun bisogno dei protocolli inventati dal Viminale”.

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