C’è ancora un foggiano tra i latitanti più pericolosi ricercati da Europol. Nella lista, com’è noto, non c’è più Marco Raduano, il boss di Vieste
C’è ancora un foggiano tra i latitanti più pericolosi ricercati da Europol. Nella lista, com’è noto, non c’è più Marco Raduano, il boss di Vieste fuggito dal carcere di Badu e Carros il 24 febbraio 2023 e arrestato in Corsica il primo febbraio dell’anno dopo.
Raduano fu arrestato mentre era in procinto di recarsi presso un ristorante di lusso dove ad attenderlo c’era una donna. Insieme al suo principale complice, Gianluigi Troiano, dovrà rispondere dell’accusa di omicidio di un 42enne commesso ad Alhendin in Spagna.
Per quanto riguarda i principali esponenti della malavita foggiana, resta ricercato Leonardo Gesualdo, noto esponente del clan Moretti (conosciuto anche con l’appellativo di ‘Vavoso’). L’uomo sfuggì alla cattura nella operazione ‘Decimabis’, nella quale furono emesse misure di custodia cautelare nei confronti di 44 persone. Il 2025 è iniziato con la cattura di Olinto Bonalumi, specialista foggiano dei colpi ai caveau. È stato individuato e arrestato a Roma, dopo una latitanza durata 4 anni.
Sarebbe legato alla mala foggiana anche Vincenzo Parisi, uno dei quattro italiani che compaiono nella lista dei latitanti più pericolosi ricercati da Europol.
Nato il 21 febbraio 1949 a Foggia, alto 174 cm, occhi marroni, a lui si ascrivono diversi reati tra i quali omicidio e lesioni personali gravi. Nella scheda dell’Enfast Parisi viene descritto come “potenzialmente armato” e “soggetto pericoloso”. Legato alla mafia foggiana, su di lui pende una condanna all’ergastolo per l’omicidio (commesso insieme a due complici) di Filippo Russo e Franco Cavazzuti, avvenuto nel 1974, per futili motivi.
Le vittime furono uccise a colpi di pistola calibro 38 astra. Secondo l’Enfast, Parisi si sarebbe servito di una carta d’identità rubata e falsificata, per sfuggire alla giustizia.
Gli altri tre latitanti sono elementi di spicco di Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra. Tutti e tre, come Parisi, hanno fatto perdere le proprie tracce da diverso tempo.
Giovanni Motisi, 66 anni, latitante da 27 anni, è considerato da molti il nuovo capo di Cosa Nostra dopo la cattura e la successiva morte di Matteo Messina Denaro. Era il killer di fiducia di Totò Riina. Anche lui deve scontare un ergastolo.
Supera addirittura il mezzo secolo, il periodo di latitanza di Domenico Bellantoni, 80enne detto Mburia. Anche lui è stato condannato all’ergastolo. È un killer della ‘Ndrangheta affiliato alla cosca dei Piromalli. Di lui non si hanno più tracce dal 1971. È accusato di aver ucciso Francesco Tocco e del tentato omicidio di Rocco Malvaso. Sfruttando il suo profilo criminale, avrebbe indotto una ragazza minorenne a prostituirsi a Rosarno.
Infine, nella lista c’è Renato Cinquegranella, napoletano di 75 anni. È latitante da 23 anni. È ricercato per associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso in omicidio ed estorsione. Nella scheda si legge che era legato alla ‘Nuova Famiglia’, clan camorristico rivale della ‘Nuova Camorra organizzata’ di Raffaele Cutolo.
Il suo nome è legato a due omicidi che sconvolsero Napoli: l’omicidio di Giacomo Frattini, detto ‘Bambulella’, elemento della Nco, torturato, ucciso e fatto a pezzi nel gennaio del 1982. Cinquegranella è ritenuto anche responsabile dell’omicidio del Capo del Nucleo Investigativo della Polizia Antonio Ammaturo e del suo autista Pasquale Paola, firmata nel 1982 dalle Brigate Rosse: “L’episodio ha confermato l’esistenza di un ‘patto malvagio’ tra le Br e i vertici della Camorra’. Anche lui deve scontare una condanna all’ergastolo.
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