Dal 24 dicembre, la gestione e la tutela dei molluschi bivalvi nell’ambito del Compartimento marittimo di Manfredonia, è affidata, per cinque anni
Dal 24 dicembre, la gestione e la tutela dei molluschi bivalvi nell’ambito del Compartimento marittimo di Manfredonia, è affidata, per cinque anni, al Consorzio Molluschi Nord Gargano con sede a Cagnano Varano.
Lo stabilisce un decreto della Direzione Generale della pesca marittima e dell’acquacoltura del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste firmato proprio alla Vigilia di Natale.Il riconoscimento formale del consorzio di gestione da parte del ministero rappresenta un traguardo storico per le imprese, titolari di 42 imbarcazioni autorizzate alla cattura dei molluschi bivalvi con il sistema draga idraulica, che hanno unito le loro forze.
In base all’articolo 3 del decreto, il Consorzio Molluschi Nord Gargano, in virtù dell’affidamento della gestione della pesca dei molluschi bivalvi nell’ambito del Compartimento marittimo di Manfredonia deve, quale obiettivo primario, assicurare l’incremento e la tutela dei molluschi bivalvi attraverso concrete iniziative per la salvaguardia di tale risorsa con semina, ripopolamento, controllo delle catture, istituzione di aree di riposo biologico e turnazione dell’attività di pesca delle imbarcazioni.
L’Università di Bari Aldo Moro è istituto scientifico di riferimento e il Consorzio Molluschi Nord Gargano ha provveduto a redigere, insieme al Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente, il Programma delle attività di gestione a tutela della risorsa 2025, con le misure da adottare in virtù dell’adozione del Piano nazionale di gestione dei rigetti degli stock della vongola, considerando l’adozione di iniziative per la riduzione dello sforzo di pesca, le misure di controllo e gestione dell’attività di pesca attraverso l’introduzione del sistema di monitoraggio e registrazione della posizione in mare di ciascuna unità, il sistema di certificazione attestante la conformità del prodotto alla taglia minima di riferimento, l’individuazione delle aree di restocking, nonché l’adozione di un sistema di monitoraggio scientifico nelle suddette zone.
Le misure tecniche di gestione e tutela proposte dal Consorzio Molluschi Nord Gargano sono obbligatorie anche per le imprese non aderenti al Consorzio che operano nell’ambito del Compartimento marittimo di Manfredonia.
“La data del 24 dicembre segna un momento significativo nella tutela e gestione delle risorse marine per l’areale pugliese”, afferma il presidente del Consorzio Giuseppe Di Rita che parla di “sospirato affidamento”, nato con l’obiettivo primario di “promuovere una pesca sostenibile, garantendo la conservazione degli ecosistemi marini e la tutela delle attività legate alla pesca dei molluschi bivalvi nell’ambito del Compartimento Marittimo di Manfredonia”.
Il Consorzio, al quale aderisce la quasi totalità delle imprese titolari delle unità abilitate alla pesca con draga idraulica turbo-soffiante del Compartimento di Manfredonia, avrà il compito di sviluppare e implementare insieme al Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università Aldo Moro di Bari, politiche orientate alla gestione responsabile dei molluschi bivalvi che rivestono un ruolo cruciale nell’ecosistema marino. “L’affidamento della gestione della pesca dei molluschi bivalvi al Consorzio Molluschi Nord Gargano rappresenta un impegno concreto verso la salvaguardia delle risorse marine – afferma Di Rita -. Lavoreremo diligentemente per garantire un equilibrio tra le esigenze economiche del settore e la necessità di preservare l’ambiente marino per le generazioni future”.
È stata già avanzata la richiesta per l’adesione all’Organismo Nazionale di Programmazione dei Consorzi di Gestione della Pesca dei Molluschi Bivalvi. A tal proposito, il presidente Di Rita fa presente come le imprese operanti nel Compartimento di Manfredonia contribuiranno fattivamente alla programmazione dell’attività di pesca a livello nazionale, anche segnalando al ministro Lollobrigida la necessità di effettuare il fermo dell’attività – per legge – per almeno tre mesi. “Solo con una intelligente turnazione dell’attività di pesca tra Consorzi – continua Di Rita –, si potrà venire incontro alle esigenze delle imprese del settore che vedono da tempo come i prezzi di acquisto all’origine del prodotto sono molto al di sotto delle possibilità di remunerazione, non permettendo alle stesse imprese di affrontare le normali spese di gestione e, con l’obbligatorietà del terzo mese di fermo, verrà salvaguardato il prodotto in mare”.
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