Si è avviata lunedì scorso la consultazione sindacale presso l’assessorato regionale all’istruzione sul tema del dimensionamento scolastico. Alla
Si è avviata lunedì scorso la consultazione sindacale presso l’assessorato regionale all’istruzione sul tema del dimensionamento scolastico. Alla Puglia, secondo quanto previsto dal Decreto Interministeriale n. 127 del 30 giugno 2023, tocca adeguare la rete scolastica regionale per il 2025/26, eseguendo le 4 riduzioni delle autonomie scolastiche, originariamente programmate, insieme alle altre 14 che non vennero effettuate lo scorso anno in ragione della deroga annuale, approntata all’ultimo secondo utile, nel decreto milleproroghe di fine dicembre 2023.
Se non ci sarà un nuovo intervento normativo, dunque, la Regione Puglia sarà costretta a tagliare, dopo le 44 di quest’anno, 2024/25, altre 18 autonomie scolastiche, in particolare 4 riduzioni andranno effettuate in provincia di Bari, 4 a Foggia, 2 nella BAT e a Brindisi, 3 a Lecce e a Taranto.
E se lo scorso anno i provvedimenti di accorpamento, scorporo e fusione hanno riguardato pressocchè esclusivamente il primo ciclo (dall’infanzia alla primaria, gli istituti comprensivi e i circoli didattici), quest’anno il dimensionamento toccherà necessariamente anche le scuole secondarie di secondo grado.Abbiamo già denunciato la situazione insostenibile che già oggi vivono le scuole, i dirigenti scolastici, i DSGA, i docenti e il personale ATA tutto, per effetto dei dimensionamenti, ma anche prefigurato una situazione ancora più critica il prossimo anno per effetto della combinazione tra dimensionamento e tagli all’organico contenuti in legge di bilancio. Il taglio del prossimo anno di circa 5000 posti sui docenti e 3000 sugli ATA (a livello nazionale), rischia di scaricarsi pesantemente sulla nostra regione con 6/700 posti in meno rispetto a quest’anno scolastico. La combinazione tagli agli organici e dimensionamento scolastico, infatti, rischia ancor di più di far saltare titolarità e continuità dei docenti, creare soprannumerarietà ed esuberi, rendere impossibile il funzionamento di alcuni servizi (sorveglianza nei plessi, mense nei tempi pieni, assistenza agli studenti più fragili,… ), ma non solo. Abbiamo denunciato al tavolo la difficoltà di tenere insieme scuole superiori che si prevede di accorpare anche tra ordinamenti differenti: diversi sono i casi in cui si progetta di accorpare istituti tecnici e professionali con licei, con il rischio che nella gestione futura di scuole così unificate si vedano crescere i secondi, facendo arretrare ancora di più le iscrizioni e l’efficacia del servizio di istruzione nei primi. In ultimo, l’ulteriore combinazione con le norme contenute nella bozza di legge di bilancio sui pensionamenti del personale del pubblico impiego (l’elevamento dell’età ordinamentale per i pensionamenti d’ufficio da 65 a 67 anni e la facoltà di richiedere la permanenza in servizio fino a 70 anni, anche per quanti anno il massimo contributivo) rischia di far saltare ogni previsione sul fisiologico turn-over di tutto il personale scolastico – rallentandolo pesantemente – dai dirigenti scolastici a quello docente e ATA in attesa di stabilizzazione. I posti in organico nella combinazione diabolica dimensionamento/rallentamento delle uscite/tagli all’organico renderà ancora più lento e faticoso l’avvicendamento di tutto il personale pugliese, per i Dirigenti Scolastici e i docenti già di ruolo che aspirano a rientrare nella nostra regione, ma soprattutto per tutti coloro (DS, docenti, ATA) che, avendo superato concorsi, attendono da precari, ormai da troppo tempo, la propria legittima stabilizzazione.
Abbiamo messo in evidenza, infine, che il processo partecipativo, spesso, non ha tenuto conto dei pareri emersi dagli Organi Collegiali delle istituzioni scolastiche e la necessità che queste siano consultate, se le proposte emerse dai piani provinciali non siano state oggetto della necessaria condivisione e delle valutazioni che ogni comunità scolastica deve avere tempo e possibilità di svolgere.
Tutte queste ragioni rilanciamo le ragioni della nostra battaglia di contrasto al dimensionamento e a tutti i provvedimenti normativi collaterali, contenuti nella bozza di legge di bilancio, che saranno rinnovate nell’adesione allo sciopero della nostra categoria del prossimo 29 novembre con manifestazioni in tutte le piazze dei capoluoghi di provincia pugliesi.
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