la SPIAGGIA LIBERA, rimane libera

NON è l’area libera della spiaggia Castello di Manfredonia oggetto del desiderio non di uno, ma di ben quattro aspiranti ad installare stabiliment

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NON è l’area libera della spiaggia Castello di Manfredonia oggetto del desiderio non di uno, ma di ben quattro aspiranti ad installare stabilimenti balneari propri in sostituzione di qualche altro già esistente e da decenni, anche da secoli.
LA DOVEROSA comunicazione dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale della quale fa parte l’area portuale di Manfredonia, ha creato una sequela di congetture del tutto fuori luogo dovute più a quel diffuso senso di frustrazione che a volte spinge qualche concittadino a dare di fatti ed eventi interpretazioni errate e fuori luogo, quando basterebbe una più attenta e meno frettolosa lettura della documentazione pubblicata per evitare confusione. Addirittura si era già minacciato di scendere in piazza ad inscenare manifestazioni di protesta. Una prospettiva del tutto scongiurata.
È PIU’ che legittimo che vi siano privati o società costituite che vogliano cimentarsi con l’attività balneare. Il punto controverso è che si punti, nel caso in specie, alla spiaggia di Manfredonia la cui estensione di quattrocento metri non consente ulteriori inserimenti agli stabilimenti già operanti, vale a dire Sirenetta, Malammore, De Palma, Titta, Il faro. A parte il Faro aggiuntosi recentemente ad una estremità dell’arenile a cospetto del faro (da cui il nome), tutti hanno una storia antica: il più remoto è il “Titta” che data giugno 1890 ed era installato nell’antico mandracchio portuale (oggi Piazzale Diomede); i bagni Malammore e De Palma sono lo sdoppiamento dello stabilimento Tricarico. Tutti sono aggiornati agli standard avanzati rispettando l’area lasciata libera frequentatissima, gestita dal Comune.
LE NUOVE richieste avanzate all’Autorità di sistema portuale si pongono pertanto in concorrenza con i gestori di stabilimento già esistenti. Il che è del tutto legittimo. Anche i gestori già concessionari hanno a loro volta presentato istanza di concessione di tratti di spiaggia. Dovrà essere poi l’Autorità portuale a dover assegnare le concessioni sulla base del Regolamento dalla stessa Autorità emanata. La famosa controversa, discussa Direttiva Bolkestein che introduce il principio della concorrenza nella gestione dei servizi balneari, non è applicabile per effetto della proroga della sua validità a giugno 2027. Fino ad allora – è la posizione espressa dai gestori tradizionali – faremo valere le nostre offerte e nel caso di parità di condizioni, ci appelleremo al diritto di prelazione.
A PARTIRE dal 2027 le nuove concessioni balneari verranno assegnate tramite gara pubblica. Le amministrazioni locali avranno l’obbligo di avviare le procedure entro giugno 2027, con nuove concessioni della durata compresa tra 5 e 20 anni, permettendo agli investitori di ammortizzare i costi. Una prospettiva cui dovranno adeguarsi i “vecchi” concessionari i quali tuttavia non si scompongono più di tanto: parteciperanno ai bandi – è la loro posizione – con le proprie offerte.
MA AL DI LA’ di queste situazioni che in ogni caso verranno al pettine, la considerazione che va evidenziandosi riguarda la possibilità di accedere alle spiagge del litorale sud di Siponto che presenta lunghi tratti di invitanti arenili vergini. Quella parte del litorale del golfo offre tutte le condizioni ideali paesaggistiche per impiantare e sviluppare attività balneari modernamente attrezzate.
Michele Apollonio

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