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Da anni, alle proteste dei cittadini per i danni subiti e alle richieste delle associazioni, il Comune (in forma ufficiale o informale: documenti, interventi di amministratori e funzionari, ecc.) ha risposto cercando di minimizzare i problemi, anziché affrontarli.
Così il problema delle polveri fini è stato negato o minimizzato fino a che i dati della centralina ne hanno dimostrato in modo inoppugnabile la gravità. La stessa cosa è accaduta per l’escavazione selvaggia e illegale finalizzata alla produzione materiale edile: se oggi l’Amministrazione intende costituire una Commissione tecnica è solo a seguito della divulgazione della drammatica realtà emersa dai dati. La realtà dell’inquinamento delle sorgenti da parte delle cave è ancora messa in dubbio negli stessi documenti ufficiali dell’Amministrazione. In conclusione, l’attiva partecipazione –informata e documentata– dei cittadini si è rivelata lo strumento più efficace per arrivare almeno a riconoscere i problemi e lo stimolo più efficace per affrontarli; al contrario, nascondere i dati è il sistema migliore per far degenerare le situazioni fino al punto in cui non è più possibile alcuna mediazione. Giuseppe Marasco Capogruppo Consigliere Comunale Circolo Fratelli d’Italia Tatarella – Manfredonia Proposte: consegna sollecita da parte degli uffici comunali di tutti i dati richiesti; pubblicazione sul sito web del Comune dei dati ambientali, rendendoli scaricabili: qualità dell’aria, passaggi giornalieri dei camion, dettaglio dei materiali estratti cava per cava, torbidità registrata alle sorgenti, ecc., secondo i seguenti esempi. Gli uffici comunali, violando numerosi articoli del D. Lgs. 195/2005 sul diritto di accesso ai dati ambientali, ci ha fornito dati molto parziali. Possiamo quindi tracciare solo un quadro parziale della situazione, ma già più che preoccupante. Ho chiesto la convocazione di un Consiglio straordinario sulle polveri perché preoccupati del deficit di democrazia che, su questo tema, ha caratterizzato il primo anno della nuova giunta: era inconcepibile, infatti, che il Consiglio non si occupasse di un problema così acuto e cruciale, quasi fosse materia di competenza personale ed esclusiva del Sindaco Domenico la Marca.
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