Al Bano: «Michael Jackson mi chiamava “maestro”, se avessi investito a Milano anziché in Puglia oggi sarei Elon Musk. Putin? Mal consigliato»

Con le sue canzoni ha girato il mondo, molte volte sono state cantate a squarciagola, altre invece sono state messe a tacere: Al Bano  81 anni, si

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Al Bano - Eccellenze Italiane

Con le sue canzoni ha girato il mondo, molte volte sono state cantate a squarciagola, altre invece sono state messe a tacere: Al Bano  81 anni, simbolo della musica italiana e pugliese, ha lasciato la sua casa da giovanissimo per trasferirsi a Milano, alle soglie degli anni Sessanta, con la speranza di avviare una carriera che in pochi anni è decollata.

«Sapesse quante volte mi hanno proposto di trasferirmi all’estero. Stati Uniti, Parigi, Monte Carlo. Ma io ho investito tanto nella mia terra», dice il cantautore al Corriere mentre si trova a Zagabria, dalla figlia Cristel e i suoi nipoti. A Cellino San Marco, dove è nato il 20 maggio 1943, ha fatto venire centinaia di giornalisti da tutto il mondo, facendogli visitare e scoprire un pezzo di Italia lontano dai riflettori: «In cambio chiedevo solo che lasciassero la propria firma nella cantina. Un giorno mio fratello senza dirmi niente fece pulire i locali e così puf! tutto sparito, cancellate le firme»

Il rapporto con Milano

Non è l’unico rammarico per il cantante, che ha ammesso: «Se avessi investito a Milano tutto quello che ho investito in Puglia oggi sarei più o meno come Elon Musk, visti i prezzi delle case». A Milano Al Bano ci si è trasferito da diciassettenne, ha cercato ospitalità (negata) in un convento e ha lavorato come imbianchino, senza essere pagato, per poi passare a essere operaio e cameriere.

Al Bano nel mondo

La scia di successi lo ha portato a conoscere celebrità in giro per il mondo, fino ad avere anche alcuni problemi legali con esse.

Ad esempio, nel 1992, il cantautore fece causa a Michael Jackson per plagio: «In tribunale ci accordammo, avremmo dovuto fare un concerto insieme per beneficenza ma morì prima. Di lui, però, ho un ricordo indelebile: in una intervista al Corriere della Sera mi chiamò “Il maestro Al Bano”. Era un uomo gentile».

Al Bano è diventato famoso in particolare nei paesi dell’Europa dell’est: Polonia, Paesi Baltici, Bulgaria, Romania, «quando cadde il comunismo di Ceaucescu per le strade di Bucarest cantavano la mia “Libertà”», evidentemente quella più “impegnata” perché in numerosi Paesi dell’America Latina non la passano».

Un po’ meno fortuna in America Latina, dove la stessa canzone è stata osteggiata: «Non la fanno circolare e quando un brano così popolare in tutto il mondo non circola è perché dà fastidio». Altro esempio: «In Spagna, al tempo di Franco, non passavano la mia 13, Storia d’oggi».

Contro la guerra

La guerra ricorre spesso nei testi di Al Bano, proprio perché si tratta di un tema che sin dall’infanzia lo ha coinvolto: «Quando vidi mio padre per la prima volta. Avevo due anni e lui tornava dalla guerra. Mi ci volle un po’ per abituarmi a chiamarlo “papà”».

«Troppo dolore in tutto il mondo. Ma quando si tratta di trovare i soldi per le armi, tutti sono pronti», ha aggiunto il cantautore, che in merito a Vladimir Putin, che lui ha conosciuto, ha affermato: «Ho cantato davanti a lui tante volte. Posso dire che è il più occidentale di tutti i russi, penso che sia stato mal consigliato».

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